Dieci grammi di marijuana lo hanno condotto in carcere nelle Filippine il 18 giugno scorso e adesso rischia il carcere a vita. R.R., luganese di 46 anni, chiede aiuto tramite internet e al sito del quotidiano romando Le Matin ha mandato la sua fotografia, presa nella cella dove è rinchiuso.
La sua salvezza è sospesa allo smartphone da tre settimane, scrive Le Matin.ch : “Smartphone che è riuscito miracolosamente a tenere in cella. Arrestato il 18 giugno a Puerto Princesa, nella provincia di Palawan per traffico di stupefacenti, l’uomo ha pubblicato, tramite il suo telefono, messaggi e fotografie sulla sua pagina Facebook. E’ stata la sua salvezza, perchè così è riuscito ad avvisare la famiglia a Lugano e il Corriere del Ticino.
Il 17 giugno su Facebook aveva scritto “Ciao, sono nelle Filippine. Rientrerò in Svizzera forse l’anno prossimo.” Mancavano poche ore al suo arresto.
Il 22 giugno leggendo il suo messaggio “Help me!!!” gli amici a Lugano avevano appreso della situazione drammatica in cui si trovava R.R. Era stato arrestato per traffico di stupefacenti, dieci grammi di marijuana. Nelle Filippine a partire dai cinque grammi la pena è severa, il carcere a vita.
Stando a quanto scrive su Facebook, l’uomo vive in una cella di 12 m2 con altri nove detenuti. Le foto che ha pubblicato testimoniano le difficili condizioni in cui si trova. Dorme per terra, non riceve cibo, ogni prigioniero deve arrangiarsi per trovare da mangiare.
E’ cosciente che solo un buon avvocato lo può salvare ma per questo sono necessari molti soldi. Lui non è ricco e sembra che l’ambasciata gli abbia detto che non può procurargli un legale. I suoi amici a Lugano hanno lanciato una raccolta di fondi, aprendo un conto corrente postale a suo favore.
R.R. alterna momenti di ottimismo a momenti di pessimismo. Teme che il suo processo sarà una farsa, in quanto non conosce una sola parola di filippino.
Nella stampa locale la polizia di Puerto Princesa ha spiegato che l’uomo era sorvegliato da tempo.
Il Dipartimento federale degli affari esteri conferma che sta dando sostegno a un cittadino svizzero prigioniero nelle Filippine ma non rilascia altre informazioni. I famigliari e gli amici evitano di parlare, coscienti di quanto sia delicata la situazione e sperano che R.R. possa rientrare al più presto in Svizzera.”