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A seguito delle molteplici iniezioni di liquidità da parte della Banca centrale europea nelle banche spagnole, il debito di questi istituti è salito del 10% tra giugno e luglio, toccando i 375 miliardi di euro.

Il dato è stato pubblicato martedì dalla Banca di Spagna. Il ricorso delle banche spagnole alla BCE, salito a 132 miliardi di euro nel luglio 2010, per diversi mesi era sceso, toccando i 42 miliardi di euro nell’aprile 2011.
Da luglio 2011 ha ricominciato a salire, facendo un balzo del 10.2% tra giugno e luglio, passando da 337 miliardi a 375 miliardi di euro.
Era già aumentato del 9% tra aprile e maggio e del 17% tra maggio e giugno.

Le banche spagnole, di cui alcune sono assai esposte nel disastrato settore immobiliare del paese, sottostanno a un piano di aiuti europeo di 100 miliardi di euro, deciso lo scorso 20 luglio. Una prima rata di 30 miliardi potrebbe essere sbloccata a breve.
Oltre a Bankia, che aveva chiesto aiuti per 23.5 miliardi di euro, CatalunyaCaixa, Novagalicia e Banco de Valencia sono state nazionalizzate a causa delle loro gravi difficoltà finanziarie.

Bruxelles spera che i 100 miliardi di aiuti alle banche permetteranno di evitare la messa in opera di un piano di aiuto globale all’economia del paese. In questo caso sarebbero necessari almeno 400 miliardi di euro, senza dimenticare il rischio di contagio all’Italia, che costerebbe ai fondi di salvataggio europei almeno 700 miliardi di euro. Cifre di cui l’Europa non dispone.