Da gennaio a giugno l’Italia ha registrato un aumento del 14.1% dell’evasione fiscale. Un tasso che la pone al primo posto tra i paesi dell’Unione europea.
L’economia sommersa italiana corrisponde al 21% del Pil, pari a 340 miliardi di euro l’anno, scrive il portale di economia Wall Street Italia.com : “Le imposte sottratte all’erario sono nell’ordine dei 180,9 miliardi di euro l’anno, conteggiando sia quelle dirette che indirette.
L’indagine è stata condotta attraverso l’elaborazione di una serie di dati ministeriali, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie dei singoli Stati europei.
L’economia sommersa dell’Italia è risultata circa il doppio di quella della Francia e della Germania.
… A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (31,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (27,1%), dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).
Dall’incrocio dei dati è emerso che il 78% circa delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10mila euro o non versa le imposte.
Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano ‘teste di legno’ tra i soci o amministratori.
In pratica su un totale di circa 800mila società di capitali operative, il 78% non versa le imposte dovute. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 22,4 miliardi di euro l’anno.
Il 94% delle “Big company” abusano del ‘transfer pricing’ per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali, sottraendo al fisco italiano 37,8 miliardi euro all’anno.
L’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali sottrae all’erario circa 8,2 miliardi di euro l’anno.”
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