L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati stima che i profughi siriani in Turchia potrebbero arrivare a 200.000. Attualmente i siriani giunti in Turchia sono più di 80.000. Il governo di Ankara ha fissato un tetto massimo di 100.000 rifugiati e insiste sull’opzione della zona di sicurezza.
A detta degli esperti vi sono cinque ostacoli maggiori all’istituzione di questa zona di sicurezza, scrive il portale d’informazione Atlasweb.it : ” Primo ostacolo : sotto l’egida dell’ONU o di una coalizione di paesi, le parti coinvolte devono impegnarsi a dare garanzie. Una promessa infranta potrebbe implicare l’ingresso di altri paesi nel conflitto siriano.
Secondo ostacolo : una zona di sicurezza significherebbe sottrarre alla Siria una parte del suo controllo sovrano e fornire i mezzi militari per difenderla.
Un’azione militare ONU richiede l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza e difficilmente Russia e Cina acconsentirebbero.
Terzo ostacolo : una zona di sicurezza potrebbe essere interpretata come la base per un intervento politico, un cambiamento nel regime gestito dall’esterno.
Il passo dall’intervento politico a quello militare è breve, con l’Esercito siriano libero che potrebbe gestire la situazione a proprio vantaggio.
Quarto ostacolo : una zona di sicurezza sarebbe impensabile senza una No-fly zone, la cui attuazione richiederebbe il sostegno degli Stati Uniti, che però hanno mostrato scarso interesse.
Inoltre, se violata, una No-fli zone comporta l’azione militare e dunque la guerra.
Quinto ostacolo : il governo turco non vuole ripetere l’esperienza del 1991, quando a seguito della Guerra del Golfo aveva accolto una marea di profughi dal Kurdistan iracheno.
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