“Esiste ancora una sinistra in Ticino? Sembrerebbe di sì, e non so dire se sia un bene o un male. Qualche amico proverà orrore perché oso scriverlo e penserà che abbia davvero cambiato campo.

Ogni tanto qualcuno mi accusa: Poggi, sei diventato di destra!” Di solito sono quei “compagni” che non hanno digerito i miei articoli. Articoli accusatori nei confronti di una sinistra ticinese che è ormai allo sbando, che ha perso irrimediabilmente ogni contatto con la base lavoratrice (salvo quella statale), che non è riuscita ancora a distinguere – fatto gravissimo di questi tempi dove c’è sempre più gente che fa fatica a campare – i diritti (sacrosanti) dai privilegi e che si è accorta del disastro dei bilaterali per i lavoratori indigeni, sostenendoli sin dall’inizio, con soltanto dieci anni di ritardo!

Non parliamo poi della posizione del PS sull’iniziativa della Lega “13a AVS agli anziani in difficoltà”, perché allora tocchiamo il fondo. Ma si può mandare ai dibatti in TV uno (socialista) che ha un’entrata di ca 11.000 franchi al mese a dire alla gente di votare contro questa iniziativa, che comunque era un aiuto sociale? Vedremo alle prossime elezioni comunali a Lugano cosa farà il PS, cara Pelin Kademir-Bordoli. Altra suonata? A proposito mi piacerebbe tanto sapere cosa ne pensa il Consigliere di Stato, Manuele Bertoli, sulla proposta del Governo di tagliare del 2% gli stipendi dei dipendenti statali. La posizione di Raul Ghisletta sindacalista della VPOD la sappiamo, quella del Consigliere no.

Ma tornando alla sinistra ticinese consiglio vivamente a tutti loro il libro di Gianpaolo Pansa “Tipi sinistri”, dal quale ho preso volutamente le prime righe di questo mio articolo, virgolettate, sostituendo unicamente “Ticino” con “Italia” poiché ritengo che la situazione (disastrosa) della sinistra italiana sia identica a quella ticinese. C’è sempre stato un riflesso.

Pansa è un noto e apprezzato giornalista che ha scritto per parecchi anni per “la Repubblica” e per “l’Espresso”, e che ora scrive per “Libero”, quotidiano assai letto in Italia, ma anche da noi. Tanto per intenderci uno (dei tanti) di quelli che per tanti anni ha votato a sinistra e che ora vota scheda bianca. La sinistra in Ticino, in questi ultimi anni, ha perso elezioni su elezioni (comunali, cantonali e nazionali) anche e soprattutto perché è sempre più il ritratto dei vizi che uccidono il progressismo “comodo”.

Una sinistra che non è capace di rendersi conto che l’attuale cassa pensioni dello Stato (che è finanziata da tutti i contribuenti ticinesi) è di fatto oggi un privilegio che non può più essere accettato in quanto discriminatorio nei confronti delle altre lavoratrici e degli altri lavoratori ticinesi o domiciliati, non ha capito nulla! A proposito: deficit cumulato dalla cassa pensioni dello Stato quasi 2 miliardi (2.000 milioni!) di franchi. Chi paga? Le FFS, tanto per citare un’ex regia federale, sono passate al primato dei contributi già da parecchi anni. A meno che si difenda la cosiddetta “Casta statale” a tutti i costi in quanto serbatoio di voti non indifferente ma qui, chiaramente, non c’è solo la sinistra. Questo non si dice, anche se l’hanno ormai capito tutti da un pezzo. Attenzione però a non tirare troppo la corda.

Poggi, sei diventato di destra!”. Non sono né di destra, né di sinistra, né di centro. Insomma, non sono di nessuno.
Il resto, specie i giudizi di quelli che pretendono di rappresentare coloro che guadagnano 4mila franchi al mese, percependone il doppio o il triplo (sic!), non mi fa proprio né caldo né freddo.

Donatello Poggi
già deputato in Gran Consiglio