Attirando le ire di due ministri donna del governo di Stoccolma, il gigante svedese dei mobili Ikea ha ammesso lunedì di aver appositamente tolto tutte le immagini delle donne dal suo catalogo destinato all’Arabia Saudita.

“Stiamo discutendo questo problema con il nostro partner saudita – ha dichiarato Ulrika Englesson Sandman, portavoce di Inter Ikea Systems, detentore del marchio.
Ha rivelato che quando il gruppo entra in un nuovo mercato, la sua politica lo porta a trovare l’equilibrio tra i propri valori e la legislazione locale, che possono essere diversi.

Il caso ha creato molto scalpore in tutta la Svezia.
“Non si sopprimono le donne dalla vita reale. Se l’Arabia Saudita non permette alle donne di essere viste o di lavorare, rinuncia a metà del suo capitale intellettuale – ha affermato in un comunicato il ministro del Commercio esteriore Ewa Björling.
“Assolutamente medioevale! – ha esclamato dal suo account Twitter il ministro degli affari esteri Birgitta Ohlsson.

Ikea ha tre negozi in Arabia Saudita e conferma di avervi registrato affari molto lucrosi nel corso degli ultimi cinque anni.
L’Arabia Saudita applica una severa segregazione tra donne e uomini. Segregate in casa, quando possono uscire devono essere completamente velate, non possono guidare l’auto, non possono rivolgere la parola a un uomo che non sia un parente, non possono stringere la mano di un uomo se lo salutano, non possono viaggiare all’estero senza essere accompagnate da un parente maschio.
Dettami che, in maniera più o meno simile, esistono in molti altri paesi islamici.