Un caso di discriminazione contro la Svizzera


INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Signor Presidente,
Signora e Signori Consiglieri di Stato,

come noto, fra i diversi “scudi” adottati dalla vicina Repubblica vi è anche quello solare, ossia un provvedimento che incentiva l’acquisto di impianti fotovoltaici costruiti nell’Unione europea, Svizzera esclusa.

Si tratta indubbiamente di un’ingiustificata discriminazione nei confronti delle nostre industrie, che viola gli accordi di libero scambio. Quello dei pannelli solari e del cleantech in generale è un settore particolarmente interessante e rispettoso dell’ambiente che assicura numerosi posti di la voro anche in Ticino.

Poiché il marcato italiano risulta essere veramente importante per questi prodotti di qualità “made in Switzerland”, le nostre aziende appaiono seriamente penalizzate dal Decreto italiano che perdura sin dal mese di maggio del 2011. La situazione sta ormai divenendo del tutto insostenibile per diverse industrie presenti sul nostro territorio.

E’ di oggi la notizia che un’importante azienda ticinese, la Pramac, si è vista costretta a inoltrare istanza di moratoria concordataria. A rischio vi sono 130 posti di lavoro.

Preoccupato per la gravità della situazione, richiamato l’art. 142 della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato;

chiedo

1. qual è la posizione del Governo ticinese in merito allo scudo solare italiano?

2. Il Consiglio di Stato è intervenuto nei confronti delle Autorità svizzere e italiane, affinché questa discriminazione abbia a cessare al più presto?

3. Di quali informazioni aggiornate dispone il Consiglio di Stato in particolare per quanto riguarda la durata, rispettivamente il rinnovo del Decreto che penalizza le nostre aziende?

Ringrazio e presento il migliore ossequio.

Luca Pagani (PPD)