Nel suo nuovo libro “Stelle da paura”, scritto con Gianluca Ranzini e edito da Sperling & Kupfer, l’astrofisica italiana Margherita Hack interviene per smontare il filone apocalittico legato al calendario Maya e alla data della presunta fine del mondo, il 21 dicembre 2012.
Dal portale del quotidiano italiano La Stampa una recensione di questo libro.
“Perché “Stelle da paura”? Perché in queste pagine si fa piazza pulita di un certo terrorismo pseudo-astronomico e della malainformazione che accompagna superstizioni astrologiche, leggende metropolitane, pretesi enigmi in stile Voyager/Kazzenger, presunti Ufo.
Dando per scontato che supereremo indenni la profezia Maya che annuncia la fine del mondo il 21 dicembre, la Hack e Ranzini partono dal rischio asteroidi.
Il 15 febbraio 2013 uno di questi oggetti passerà ad appena 35 mila chilometri dalla Terra, un decimo della distanza della Luna.
Un transito davvero molto ravvicinato, a ridosso dell’orbita dei satelliti geostazionari per meteorologia e telecomunicazioni. L’oggetto è piccolo in termini astronomici, appena 45 metri di diametro, ma fa già il suo effetto se diciamo che la sua massa è di 120 mila tonnellate, più o meno come 5000 grossi autobus.
Dobbiamo preoccuparci? La risposta è rassicurante: “c’è una probabilità cumulativa dello 0,031 per cento che questo asteroide colpisca il nostro pianeta tra il 2020 e il 2082”.
Con agili capitoletti strutturati in forma narrativa, il libro va avanti parlando delle tempeste solari che sono all’origine del meraviglioso spettacolo delle aurore polari, delle eclissi di Luna e di Sole, delle esplosioni delle supernove, delle piogge di meteore derivanti da comete in dissoluzione.
Altri capitoletti riguardano la tesi complottista secondo cui lo sbarco degli astronauti americani sulla Luna sarebbe stato una bufala, i cerchi nel grano e altri disegni misteriosi attribuiti a visite di alieni, l’apparizione dei cosiddetti dischi volanti, l’illusione dell’oroscopo e infine la paura della fine del mondo, per la quale (Maya a parte) sono stati ipotizzati molti, diversi, e tutti improbabili scenari astronomici.”