Austerity ticinese
I tagli proposti dal Consiglio di Stato nell’ambito del Preventivo 2013 sono misure pesanti che segnano una continuità con la politica neo-liberista del passato.
Il Preventivo 2013 è un programma di austerità sulla falsa riga di quanto i governi europei stanno promuovendo ai danni dei popoli che non hanno alcuna responsabilità per la crisi finanziaria in cui sono finiti (e vi resteranno a lungo) i paesi retti da élite politiche liberiste.
Gli attacchi contro la cassa pensione, l’aumento delle rette scolastiche per gli studenti-lavoratori che frequentano le scuole superiori specializzate, i previsti tagli salariali ai danni dei dipendenti del settore pubblico ticinese, ecc. sono misure adottate in questa ottica risparmista e anti-sociale, controproducente pure dal lato economico in quanto vanno a deprimere la domanda.
Simmetria di sacrifici
Deludenti sono le dichiarazioni soprattutto del ministro Bertoli (PS) che ha pubblicamente affermato la solita litania della “simmetria dei sacrifici” con quella stessa retorica utilizzata in passato dal ministro liberale: non è corretto da un punto di vista socialista affermare che “tutti devono fare sacrifici”: la crisi economica e il deficit dello Stato ha dei colpevoli ben definiti e per le responsabilità altrui non possono sempre essere i lavoratori a pagare!
Fuchi di Stato?
Chi vede i dipendenti pubblici tutti come “fuchi” privilegiati, dimentica che per conto dello Stato non lavorano soltanto gli alti funzionari (spesso lottizzati), ma anche moltissimi lavoratori che non percepiscono lauti stipendi e che conoscono anch’essi problemi di precarietà.
Se nel settore pubblico i salariati perderanno dei diritti, le condizioni peggioreranno di rimando anche nel settore privato (legittimati dallo Stato).
La giusta lotta consiste nell’eguagliare le condizioni di lavoro fra privato e pubblico verso l’alto, non certo verso il basso!
I soldi ci sono!
Al posto delle fantasiose tasse sui lavoratori frontalieri proposte dalla Lega, quando semmai andrebbero tassati i padroni (spesso anche leghisti) che approfittano della manodopera a basso costo, il Partito Comunista rilancia la sua proposta di “Tassa dei milionari”.
Si tratta di una tassa patrimoniale progressiva che colpisce chi possiede sproporzionatamente troppo rispetto alla maggioranza della popolazione: uno strumento fiscale, insomma, che può essere utilizzato per appianare le divergenze sociali e per far fronte a momenti di crisi economica, attingendo da chi può permetterselo, i fondi necessari per rilanciare l’economia.
Con un’ imposta patrimoniale del genere in Ticino sarebbe chiamato alla cassa solo il 2% della popolazione, cioè solamente i più facoltosi che dichiarano oltre il milione di franchi di patrimonio (esclusa la prima casa) e in un anno si potrebbero ricavare 340 milioni di franchi, che sarebbero sufficienti per coprire il deficit.
La simmetria dei sacrifici porta alla cassa allo stesso modo il milionario e il lavoratore precario, la “Tassa dei milionari” è invece una soluzione più equa che favorisce la grande maggioranza della popolazione lavoratrice di questo Cantone.
Nella scuola unire docenti, studenti e genitori
Solidarizziamo con gli insegnanti una volta ancora penalizzati nel loro importante lavoro che non è di meccanica trasmissione di nozioni, ma è soprattutto di ascolto, di assistenza e di educazione.
La decisione di iniziare, in alcune sedi scolastiche, un cosiddetto “sciopero dello zelo” rifiutando di organizzare le gite e i colloqui è però, tatticamente, un boomerang, in quanto divide e non unisce le componenti della scuola pubblica, cioè studenti, docenti e genitori.
Si tratta di una linea destinata alla sconfitta perché sostanzialmente corporativa e indice di insicurezza nei propri mezzi, che il governo saprà sfruttare: occorre invece unire docenti, studenti e genitori per costruire congiuntamente un vero sciopero della scuola come quello che il 12 novembre 2003 che portò in piazza 6’000 persone.
Proporre forme di protesta “a metà” come quelle previste spacca il necessario fronte unito soprattutto con gli studenti, che comprensibilmente si sentono drammaticamente il bersaglio e non i partner di lotta dei loro docenti, quando invece è uniti che occorre agire contro un governo che, minando la scuola pubblica, prepara le basi per una nuova offensiva a favore delle scuole private.
Inoltre è una misura che l’opinione pubblica potrebbe fraintendere con conseguenze gravi dal lato dell’immagine.
Sciopero
Il 3 dicembre 2003 con un corteo di quasi 15’000 lavoratori i sindacati lanciarono una grande mobilitazione: occorre oggi unire tutte le categorie professionali e indire uno sciopero generale per rivendicare una diversa politica economica e finanziaria.
In tal senso lo sciopero indetto da VPOD e SISA il prossimo 5 dicembre 2012 è una misura che va nella giusta direzione e che anzi va rafforzata.
Il Partito Comunista solidarizza con i lavoratori pubblici e para-pubblici e con gli studenti e sarà quindi al loro fianco in piazza.
www.partitocomunista.ch