I canti di Natale che risuonano in questi giorni nelle chiese in Germania non sono gli stessi che si sentivano negli anni del nazismo, scrive il quotidiano tedesco Die Welt.

In quel periodo, molti canti cristiani erano proibiti oppure venivano modificati dai religiosi nazisti. Lo scopo della rielaborazione era eliminare ogni accenno a parole che accennavano ai giudei, parole contrarie ai valori ariani e che facevano riferimento all’Antico testamento.

Era la stessa Chiesa germanica che incoraggiava queste modifiche, senza attendere di ricevere ordini dai gerarchi nazisti.
Quando Adolf Hitler arrivò al potere, i musicanti della chiesa protestante anticiparono i tempi e si misero subito all’opera, ripulendo i libri di canto ecclesiastico.
Già nel 1932 lo specialista dell’Antico testamento Wilhelm Caspari aveva rintracciato parole “giudee” quali Sion, Gerusalemme o seme di Abramo nei 342 canti della chiesa protestante tedesca e li aveva sostituiti.
Espressioni poco tedesche come “kyrie”, “alleluja” e anche “amen” venivano cancellate.

Nemmeno i musicanti ecclesiastici vennero risparmiati dal terrore nazista. Il responsabile del coro e organista d’origine ebraiche Julio Goslar fu il solo che denunciò pubblicamente la censura dei canti religiosi.
I 10’000 musicisti della Chiesa evangelica vennero esaminati dalla Camera musicale del Reich e Julio Goslar venne escluso, condannato a un congedo forzato e quando volle riprendere il suo servizio nella chiesa luterana di Köln-Nippes, una parte del presbiterio diede le dimissioni.