L’iniziativa promossa da Thomas Minder per combattere le retribuzioni salariali eccessive isolerebbe la Svizzera in materia di diritto delle società, conclude uno studio commissionato all’Università di Berna da Economiesuisse, la federazione delle imprese svizzere.

Responsabile dello studio è il professore universitario Peter Kunz, che ha confrontato le proposte di Thomas Minder e il contro-progetto indiretto del Parlamento con il diritto delle società dell’Unione europea, della Germania, dell’Austria e con i sistemi giuridici britannici e statunitensi.
A detta di Kunz, se verrà accettato il 3 marzo in votazione popolare il testo danneggerà le imprese e la piazza economica elvetica, mentre il contro progetto indiretto può essere compatibile con le regole dell’UE.

L’iniziativa promossa da Minder esige un voto obbligatorio e vincolante dell’assemblea generale sui salari dei membri di direzione delle società. Prevede inoltre, in caso di abusi, pene detentive sino a tre anni.
Nel contro progetto indiretto, invece, gli azionisti potrebbero limitarsi al voto consultivo.
Il contro progetto non intende vietare i cospicui bonus di uscita concessi ai manager, i cosiddetti paracadute dorati, mentre l’iniziativa intende abolirli.
Il professor Kunz ritiene importante privilegiare una certa flessibilità. La maggior parte dei regimi di diritto delle società anonime lascia grande margine all’azienda e agli azionisti.

Altro soggetto problematico è l’ancoraggio della regolamentazione delle remunerazioni nella Costituzione. A detta di Kunz, questo creerebbe una situazione inedita, fonte di malintesi su scala internazionale.
Il diritto delle società è un fattore determinante nella scelta di locazione dell’impresa. Regole troppo rigide potrebbero spaventare gli imprenditori stranieri e tenere cospicui investimenti lontani dalla Svizzera.