Il dottor Paolo Pamini, economista, coordina il Gruppo degli Esperti di AreaLiberale ed è candidato al Municipio di Lugano sulla lista di AL.

(articolo pubblicato nel Caffè di domenica 13 gennaio)

DNA bis

 

· I partiti storici, indipendentemente dall’ideologia di riferimento, sono organizzati in un modo gerarchico piramidale strutturato sull’esempio delle forze armate.

· Tale forma organizzativa è tipica del partito politico moderno di stampo leninista, il cui scopo è la conquista e la gestione strutturata del potere politico. Nasce parallelamente alla ed è manifestazione della società di massa che emerge in modo definitivo con la Prima Guerra Mondiale. La Grande Guerra è infatti la prima esperienza storica europea nella quale lo Stato segna in modo distintivo il destino personale di milioni di persone indipendentemente dal loro stato sociale; è pure il grimaldello per l’introduzione dell’imposta sul reddito e per l’estensione delle assicurazioni sociali (inizialmente destinate alle vittime di guerra). Fu l’esperienza storica che culturalmente e politicamente appiattì definitivamente l’individualità di ogni cittadino.

· A partire dalle riforme culturali degli anni ’70, quelle economiche/ideologiche degli anni ’80 e quelle tecnologiche degli anni ’90 (avvento di internet), la società di massa è evoluta in società di “mass customization” e di ampi spazi di determinazione individuale (non individualismo atomistico come taluni affermano, bensì di maggior autonomia individuale nella determinazione del proprio profilo personale, pur sempre integrato nella società di massa).

· In particolare, la riforma tecnologica legata ad internet ed all’aumento della potenza di calcolo (avvento del PC e oggi degli smartphones multimediali) ha reso possibili forme di organizzazione sociale piatte, ad assetto variabile, contestuali agli obiettivi e alle contingenze. Oggi l’individuo integrato nella società è in continuo movimento nelle reti sociali (telematiche e no); contribuisce, morde, e fugge verso un altro lido.

· La mobilità interna alla società è chiaramente osservabile anche nel mercato del lavoro: da una parte il lavoratore segue oggi un modello di carriera che premia la raccolta di esperienze presso varie aziende e settori anziché la stabilità presso lo stesso datore di lavoro; dall’altra parte i datori di lavoro reclutano sul mercato gli specialisti necessari.

· Coerentemente con tutto ciò, le aziende si stanno viepiù strutturando in una rete di piccole entità autonome e dinamiche anziché nei grossi conglomerati di un tempo (IBM,…). Nella letteratura accademica dell’economia dell’organizzazione si prende spesso Wikipedia come esempio di riferimento.

· Curiosamente, durante questi 100 anni la forma di organizzazione dei partiti politici è rimasta alquanto costante, pertanto non è oggi più al passo coi tempi.

· I sintomi di tale dinamica si vedono da anni:

o Disaffezione verso la politica strutturata (ma non forzatamente calo di interesse per temi politici nella popolazione). Nelle elezioni ticinesi cantonali del 1991 non votava il 25% degli aventi diritto, nel 2011 non ha votato il 50% degli aventi diritto.

o Difficoltà dei partiti storici di reclutare nuove persone.

o Nascita di “movimenti” non più strutturati in senso tradizionale: Lega dei Ticinesi, Partito Pirata, Tea Party negli USA.

o Nascita di liste civiche a carattere locale dove il contatto con il destinatario è immediato indipendentemente dalla forma organizzativa.

· A mio avviso è realistico aspettarsi nei prossimi 10-15 anni un significativo cambio del modello organizzativo partitico. Personalmente, mi aspetto l’avvento del seguente modello organizzativo:

o Nel modello del partito storico, l’elemento di coesione è il partito in sé (inteso come organizzazione strutturata, o “casa”) anziché i valori di riferimento. Infatti, in tutti i partiti storici è avvenuta una progressiva e razionale edulcorazione dei valori di riferimento, che facilita la gestione del potere e del clientelismo politico ma che rende difficile l’acquisizione di nuovi consensi, soprattutto oggi che il partito non dà più da mangiare come un tempo. Sono sintomatici i litigi per la stesura del programma elettorale, poi regolarmente rimesso in cassetto dopo le elezioni.

o Mi aspetto che i nuovi partiti mettano al centro una chiara “carta dei valori” (una sorta di DNA) che funga da elemento di identificazione e di coesione. Non servono più congressi programmatici perché si sa in cosa il nuovo partito crede.

o Attorno a tale DNA è improvvisamente possibile costituire una nebulosa di collaborazioni personali ad assetto variabile, sul modello delle nuove forme organizzative orizzontali e dinamiche, facilitate peraltro dalle nuove tecnologie.

o Nei partiti storici è necessario “fare gavetta” e crescere internamente prima di arrivare a determinare nuove proposte politiche. Un cammino troppo costoso per i giovani professionisti d’oggi ai quali anche la professione chiede molto. Nel nuovo partito invece, sono possibili e coerenti (win-win) collaborazioni su base progettuale. Per esempio, un giovane laureato in ingegneria civile potrebbe collaborare col partito (coerentemente con il suo orientamento ideologico, per es. ecologista, socialista, liberale) limitatamente allo sviluppo di un nuovo piano regolatore. Il progetto potrebbe portare la paternità del giovane, che in tal modo si profilerebbe pubblicamente senza per questo dover ambire ad una carriera politica attiva. Il partito avrebbe la forza di coinvolgere nuovamente la società civile e proporre con uno sforzo minimo progetti altrimenti impossibili da concepire. Alla fine di una serie di progetti, può succedere che il giovane cessi di collaborare con il partito e prosegua normalmente lungo la propria progressione personale.

o Un modello del genere ha il vantaggio di esser flessibile, di organizzare le risorse quando sono necessarie (per es. per formulare una nuova legge sulla politica sanitaria), e di mobilitare le competenze della società civile richiedendo uno sforzo (a) realisticamente possibile da parte degli esperti e (b) per il quale v’è l’incentivo personale di collaborare (curriculum dell’esperto, oltre a motivazioni personali intrinseche).

· Nel corso della primavera scorsa, con Sergio Morisoli ed i colleghi di comitato di AreaLiberale abbiamo fatto proprio le riflessioni qui sopra e abbiamo deciso di strutturare il partito coerentemente con queste nuove dinamiche sociali. Il nostro referente (“DNA”) è allegato e naturalmente di stampo liberale classico. Tuttavia, le riflessioni qui sopra si applicano anche a nuovi movimenti di altro stampo ideologico, che come noi per loro stessa forma organizzativa sarebbero in grado di promettere credibilmente all’elettore in cosa credono e di coinvolgere gli interessati dalla società civile.