I ministri degli Affari esteri dell’Unione europea si riuniscono giovedì per concordare l’eventuale invio in Mali di una missione di formazione militare.
L’Europa deve impedire la nascita di uno Stato terrorista nelle sue vicinanze oppure il Mali è una questione strettamente francese?

I ministri europei dell’Unione europea si riuniscono oggi a Bruxelles per discutere della crisi nel Mali.
All’ordine del giorno il desiderio della Francia di un maggior coinvolgimento europeo.
Il quotidiano della Repubblica ceca Lidové noviny sconsiglia un intervento europeo : “Esistono elementi a favore di un intervento congiunto? Parigi desidera che l’Europa si impegni maggiormente ma gli europei devono chiedersi se ne valga la pena.
Si ricordano che nell’agosto 2008 la Georgia aveva dovuto difendersi contro l’offensiva russa e il governo di Parigi si era opposto a un qualsiasi intervento armato contro i soldati russi, minacciando di uscire dal partenariato europeo con i paesi dell’Est?
Il Mali deve dunque essere un problema francese, non un problema europeo.”

In risposta all’invasione francese del Mali, in Algeria una brigata affiliata al gruppo islamista al Qaeda ha preso il controllo di un centro per l’estrazione del gas. Quaranta persone, perlopiù occidentali, sono state prese in ostaggio e altre due sono state uccise.
L’Europa e i paesi vicini al Mali devono unirsi all’azione della Francia, scrive il quotidiano spagnolo El País : “L’Europa non deve tollerare la nascita di uno Stato djihadista nel Mali e nemmeno lo devono tollerare i paesi confinanti, in particolare l’Algeria, che rifiuta di intervenire apertamente pur avendo molto da perdere. Ieri guerriglieri di al Qaeda nel Maghreb hanno attaccato un sito per l’estrazione del gas e preso in ostaggio una quarantina di ostaggi occidentali.
… Con il suo determinato intervento, il presidente francese François Holland ha affermato la sua statura politica in Francia e all’estero. L’obiettivo non è solamente annientare i terroristi, non si tratta unicamente del Mali : l’intera regione del Sahel è diventata una polveriera che deve essere controllata.”

Un intervento militare non sarà sufficiente per portare una pace durevole nel Mali, scrive il quotidiano Neue Zürcher Zeitung : “In Africa, dove organizzazioni regionali con una componente militare si sono appena formate, se dovessero veder minacciata la loro sicurezza gli Stati della Nato devono attivarsi, anche controvoglia.
… Gli europei, e il presidente francese François Hollande ha ragione, non possono semplicemente delegare questo sgradevole compito agli Stati Uniti.
… Una delle lezioni imparate dalla guerra in Afghanistan è che truppe isolate non possono lottare contro il terrorismo. Possono respingere temporaneamente i ribelli grazie alla loro superiorità in fatto di armamenti, ma una pace durevole è possibile solamente tenendo conto dell’insieme della società e delle cause più profonde della violenza politica.
Un’altra lezione che l’Afghanistan ha insegnato è che senza alleati locali credibili ogni intervento esterno rischia prima o poi di essere visto come un semplice regime di occupazione.”