Torniamo sulla conferenza stampa dell’UDC, tenutasi il 24 gennaio all’Hotel Delfino, nella quale l’on. Marco Chiesa, coordinatore della campagna elettorale a Lugano, ha comunicato la composizione della lista dei candidati al Municipio. Essi sono (in ordine alfabetico):
Alain Bühler
Tiziano Galeazzi
Federico Haas
Eros Nicola Mellini
Manuela Schlatter
Peter Walder
Yves Wellauer
Marco Chiesa ha condotto la conferenza stampa con brio e toni cordiali. Ma verso la fine si è concesso la soddisfazione di dirne quattro e ha dato sfogo alla sua amarezza. Lo ha fatto sensatamente e signorilmente, com’è nel suo stile. La breve luna di miele dell’UDC con la Lega è finita. Marco ha pronunciato la parola “riconoscenza”, ma forse si rendeva conto di parlare di qualcosa che in politica non esiste.
L’elemento più notevole nella breve ma intensa riflessione di Chiesa è stato – a nostro avviso – la chiara indicazione, sicuramente non data a titolo personale, in favore del Sindaco, che – ha detto il capogruppo in Gran Consiglio (citiamo a senso) – tale è stato valorosamente per tanti anni, ha fatto grande la Città e merita di lasciare la scena come Sindaco. Secondo Marco, l’altro Marco non è affatto “il Nuovo che avanza”.
Facciamo seguire un florilegio di citazioni sparse, molto significative e adatte a comprendere l’aria che tirava (erano presenti, come già detto in altra sede, anche Pinoja e Rusconi, oltre al candidato Mellini).
“Ci hanno offerto un’elemosina, dopo quello che abbiamo fatto con loro e per loro”.
“Il Nano ha buttato sul tavolo uno o due consigli d’amministrazione… Un’offerta scandalosa, offensiva. Questo è il loro livello, non il nostro”.
“Quadri e Pantani, a Berna, sono entrati nel gruppo UDC, e questo va bene. Ma senza l’UDC non sarebbero mai entrati nelle commissioni, rimanendo completamente isolati”.
“Dopo la vittoria dell’aprile 2011, che noi abbiamo reso possibile, non hanno nemmeno avuto il coraggio di prendere il DFE. E sarebbe stato un loro dovere!”
“La Tredicesima AVS, una proposta senza capo né coda. Si sono guardati bene dal dire che per il 40% sarebbe stata versata a stranieri!”.
“Il LAC da 170 milioni l’hanno votato anche loro. E adesso fingono di dimenticarsene!”.
“Quando sento dire (e quante volte accade): “La destra, cioè Lega e UDC… divento matto. Perché la Lega in realtà è di sinistra” (Mellini-pensiero)
Commento. (Questa non è che un’opinione e dev’essere tenuta distinta dal resto) Forse, se si volesse allestire una “linea di resistenza” – i giochi non sono fatti, la partita non è persa, mai fasciarsi la testa prima che sia rotta – si potrebbe partire da qui.
Commento 2. (Questa non è che un’opinione e dev’essere tenuta distinta dal resto) Una realtà politica frastagliata assume talvolta ai miei occhi una forma semplificata e leggibile. Questa forma nasce dai fatti e dalle informazioni sui fatti, così come dal feeling. CORSA A TRE. È un’espressione che uso per la seconda volta. La dura lotta per la vittoria a Lugano, che quasi tutti i commentatori vedono come una “corsa a due” Giudici-Borradori, mi appare oggi come una “corsa a tre”. Tre primattori, ognuno con il suo seguito. Il Sindaco, che in trent’anni ha fatto grande Lugano, con il seguito di ciò che ha compiuto e del tradizionale elettorato liberale. Marco Borradori, macchina da voti che non ha mai disimparato il mestiere, che lascia la capitale per tentare il colpo gobbo con la Lega. Giovanna Masoni Brenni, la “candidata culturale”, con il suo audace seguito fatto di etica bancaria, di vedettes che sfiorano il podio e di new entries che sembrano (ma non sono) improvvisate.