[Questa interessante lettera risulterà forse ostica ai nostri lettori più giovani. Essa ci riporta infatti al 1986, ben 27 anni or sono, l’anno dell’epica “battaglia del CUSI”, progetto che il popolo ticinese bocciò con severissimo verdetto in votazione referendaria. Queste cose le ricordo molto bene perché… io c’ero! fdm]
Gianfranchi in tête-à-tête: Soldati a colloquio con il compianto Montù
Stimata Redazione,
ho letto con attenzione l’intervista al prof. Tobiolo Gianella da voi recentemente pubblicata. A mio avviso l’intervistato incorre in un grave errore, quando afferma perentorio che l’USI, alla quale egli appartiene, sarebbe stata osteggiata nei lavori preliminari di preparazione della sua nascita dall’UDC, di cui ero all’epoca l’anima grigia.
Il professore confonde maldestramente CUSI e USI. Come già ebbi occasione di dire a Buffi, si dovrà riconoscere, se non tra i padri veri e propri almeno fra i nonni (senza nonni niente padri) dell’USI, tre persone: Prof. Augusto Bolla, giurista, Dott. Tullio Righinetti, farmacista, e Dott. Gianfranco Soldati, otorinolaringoiatra, che da soli, senza il minimo sostegno partitico, anzi contro tutti i partiti, fondarono un comitato e affondarono il CUSI di Carlo Speziali, il consigliere di Stato che aveva riempito scuole e biblioteche di rimasugli sessantottardi. Con il pretesto di fondare un’università si voleva in realtà disporre di un istituto votato in primo luogo alla formazione postscolastica della burocrazia cantonale per averne un controllo ancora più stretto. In pratica sarebbe stata una greppia politica ad usum proprium, sotto esclusivo controllo …. non dico di quale partito : ricordo solo che dipartimento dell’educazione e dipartimento delle finanze allora erano feudo più sacro di Bibbia e Corano messi assieme …. indovina di chi! In proposito potrei scrivere un libro, ma è meglio che taccia, perché “de mortuis nihil nisi bonum”.
Con i 3 meritevoli nonni di cui sopra possiamo anche mettere due sostenitori del CUSI particolarmente distintisi per impegno e profondità di argomenti, al punto da divenire personaggi che ci hanno efficacemente aiutato, non accorgendosi di diventare controproducenti perché il troppo stroppia: la consigliera nazionale Alma Bacciarini. In segno di riconoscenza dopo la votazione riscrissi per lei lo “Stabat mater” di Jacopone da Todi, ma il CdT ne rifiutò la pubblicazione perché troppo irriverente: “Stabat Alma (al posto di Mater) dolorosa, juxta Cusim (al posto di crucem) lacrimosa, dum pendebat Elius (al posto di filius) e così via. Si era distinta sopra tutti per l’acrimonia grintosa nei dibattiti (“tout ce qui est excessif est insignifiant” diceva già Talleyrand).
Poi Fulvio Caccia, che andò al dibattito finale alla televisione con un panettone Motta da 500 g a raffigurare quanto sarebbe costato il CUSI al contribuente ticinese. A distinguersi nella campagna anche il professor Elio (l’Elius di cui sopra) Ghirlanda, sempre a far da spalla alla signora Bacciarini (ma lui era stato incaricato e pagato dal Governo, per volontà di Speziali, proprio per questa attività). Con noi nel comitato anti-CUSI molte altre persone meritevoli, che non cito per costrizione di spazio. Fosse nato il CUSI, avremmo avuto tanta greppia parastatale e poca università.
Sgomberato il terreno, il successore Giuseppe Buffi riprese i lavori e un bel giorno arrivò in Commissione della Gestione, con i suoi collaboratori, per un orientamento dei commissari e una prima decisione. Alla fine commentò brevemente la presentazione, auspicando il voto favorevole di tutti, salvo quello del sottoscritto, che già, disse, sapeva contrario. L’assenso in Commissione risultò unanime, compreso il mio voto: dalla sorpresa Buffi, che si moveva diplomaticamente temendo un nuovo referendum, per poco non cadde dalla sedia. Rimasti per caso assieme in un gruppetto in corridoio, Buffi mi chiese spiegazione del mio cambiamento di opinione sul tema università in Ticino. Risposi in italiano con un motto spagnolo: pazzo sì, ma tonto no.
L’università da lui proposta non aveva più la greppia, il cosiddetto “Dipartimento di aggiornamento permanente” e non c’era più motivo per osteggiarla. Tanto dovevo al professor Tobiolo Gianella per il rispetto della verità storica e per la correttezza dell’informazione e tanto devo all’UDC che essendo di destra è naturalmente esposta alla sottile denigrazione più o meno inconscia dei “politicamente corretti”. Un cordiale saluto,
Dr. Gianfranco Soldati