Avete mai intervistato una scrittrice di 95 anni? Io sì, e precisamente questa mattina. No, non sono andato lontano. La sua casa si trova a metà strada tra il Palazzo dei congressi e il mio vecchio Liceo. Se le telefonate, non aspettatevi di udire una voce tremula e fioca: è invece piena e sicura, perfetta. Ha girato il mondo (non le è mancato il tempo per farlo!) e attraversato avventurosamente anni terribili: le dittature, la guerra. Milano, Parigi, Milano, Tesserete, New York, Ischia, Lugano. Avrò dimenticato qualcosa?

Laureata in archeologia, è una cuoca provetta e ha scritto libri di ricette; è saggista (lavora attualmente ai “Mialoghi”, le conversazioni col Gatto) e poetessa in quattro lingue. Ecco una sua composizione in inglese. L’intervista arriverà tra pochi giorni…


Hommage à Emily Dickinson

Equinoxial song

 

The figs drip honey and the grapes

grow plumper every day,

gold tinged with rust and amethyst;

on Libra’s scales the day

equals the day, but for a span so brief

it chills the heart to think of stretching nights,

of winter dusk and blight.


But still the sun sheds tender light

like treacle on the skin; the sea retains a lingering warmth,

mild pools from deep within.


The day of fierceness now are far,

the scorching, scaring light

melts into softer mellowness:

September, sheer delight.


Canto equinoziale

 

I fichi stillano miele, e l’uva

di giorno in giorno si fa gonfia e greve

con tocchi d’oro, ruggine e ametista;

in mano a Libra notte uguaglia il giorno,

ma per tempo sì breve che al pensiero

di notti interminabili e del cupo

crepuscolo invernale

il cuor raggela.


Ma ancora il sole spande

tenera luce, miele sulla pelle;

il mare ancor trattiene esitante calore,

tiepide pozze emerse dal profondo.


Il furor dell’estate è ormai lontano,

la luce dell’ardente suo bruciore

si scioglie in più matura tenerezza:

settembre, tu felicità perfetta.

 

Sussy Errera