Notifiche di 90 giorni: in Ticino situazione allarmante


In Ticino la situazione sul fronte delle notifiche della durata massima 90 giorni si fa sempre più allarmante.

Di recente la Società svizzera impresari costruttori, sezione Ticino, ha reso noto che queste notifiche, che già sono state 23mila nel 2012 con un’inquietante crescita del 43% rispetto all’anno precedente, nell’arco del 2013 potrebbero raggiungere la stratosferica quota di 38mila, a meno di improbabili inversioni di tendenza.

L’andamento dell’economia ticinese non giustifica affatto tale crescita, davanti a cui il termine “invasione” non è fuori posto. Ditte ed artigiani in arrivo soprattutto dalla vicina Penisola si sostituiscono a quelli locali, lavorando a condizioni di dumping (non pagano né salari secondo gli standard elvetici, né imposte, né oneri sociali) e costituendo una preoccupante forma di concorrenza sleale. In più, quasi la metà dei circa 1900 artigiani e ditte controllati nel 2012 è risultata non essere in regola.

La preoccupazione ha ormai raggiunto livelli di guarda al punto che l’Unione delle associazioni dell’edilizia ha minacciato misure estreme (deposito delle imposte, blocco delle assunzioni degli apprendisti) nel caso non vengano presi provvedimenti incisivi in tempi brevi. L’assalto al mercato del lavoro ticinese da parte di queste figure professionali italiane, imputabile alla disastrata situazione economica della Penisola, viene impropriamente agevolato da un’applicazione autolesionista della libera circolazione delle persone.Mentre in Svizzera si stendono tappeti rossi a padroncini e distaccati, l’Italia al contrario adotta misure protezioniste (tra l’alto lesive della reciprocità) a tutela del proprio mercato del lavoro.

Al fine di dare una prima risposta all’allarmante situazione creatasi in Ticino, con la seguente mozione si chiede al CF di:

–          abolire con effetto immediato la possibilità di notificarsi on-line

–          sostituire le notifiche on-line con l’obbligo di presentare le richieste in forma cartacea ad un solo sportello centralizzato

–          imporre la trasmissione in copia della notifica all’autorità fiscale del paese d’origine del beneficiario

–          finanziare un potenziamento dei controlli

–          imporre il pagamento dell’IVA per prestazioni di valore inferiore ai 10mila Fr anche ad artigiani ed imprese UE che operano in Svizzera.

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi