Dopo la Francia, mercoledì anche il governo della Gran Bretagna afferma di avere le prove dell’utilizzo del gas sarin da parte delle truppe del presidente siriano Bachar al Assad. Un intervento militare da parte occidentale non viene comunque ancora evocato.

Londra fa sapere di non avere alcuna prova dell’utilizzo di questo gas letale o di altre armi chimiche da parte delle truppe armate dell’opposizione.

Queste nuove informazioni, che si aggiungono al rapporto della commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite pubblicato martedì (rapporto che non accusa esplicitamente il regime di Damasco) cambieranno qualcosa circa il coinvolgimento della comunità internazionale nel conflitto siriano?
Diversi dirigenti, fra cui il presidente americano Barack Obama, avevano in effetti indicato nei mesi scorsi che una linea rossa sarebbe stata oltrepassata qualora al Assad avesse fatto uso di armi chimiche. Un intervento militare esterno sarebbe allora stato seriamente considerato.

Cosa succede adesso che le prove dell’utilizzo di armi chimiche sembrano essere convincenti? Londra e Parigi evocano un’azione militare contro i depositi di queste armi, mentre gli Stati Uniti restano cauti. La Casa Bianca – che chiaramente sembra aver cambiato posizione – chiede ulteriori certezze : “Dobbiamo argomentare le prove raccolte prima di prendere una decisione, dobbiamo poterle esaminare – ha detto il portavoce di Barack Obama.

La portavoce del governo francese ha dichiarato mercoledì che di fronte all’esitazione degli Stati Uniti e alla prudenza delle Nazioni Unite, la Francia non considererà un intervento unilaterale e isolato. Chiaramente la Siria non è il Mali.