CONFLITTO FISCALE – La Commissione dell’economia del Consiglio degli Stati ha sentito, lunedì 10 giugno (per ben 18 ore) i protagonisti della saga Lex USA. Con la maggioranza di un voto, i senatori propongono un plenum per dire un secco no alle pretese degli Stati Uniti.

La Lex USA potrebbe venire sotterrata già mercoledì 12 giugno dal Consiglio degli Stati. Oppure no. E’ in effetti difficile presagire come andrà il voto della Camera dei cantoni, che domani dibatterà in plenum.
Nella notte fra lunedì e martedì la Commissione dell’economia ha respinto il testo con 7 voti contro 6, ma questo voto serrato non dice molto.

Innanzitutto, al Consiglio degli Stati le linee partigiane sono di più difficile lettura rispetto al Nazionale. Se la posizione dei partiti sembra essere ben definita, i senatori sottostanno alla pressione dei rispettivi cantoni e dunque delle rispettive banche cantonali.
Ad esempio, PS e PLR si oppongono sì alla Lex USA, ma per motivi diversi. Come voteranno la senatrice socialista di Basilea città Anita Fetz e i PLR di Zurigo Félix Gutzwiller? Le banche cantonali di Basilea città e di Zurigo fanno parte delle banche svizzere prese di mira dalla giustizia americana.
Ci si chiede anche, senza poterlo sapere, quali informazioni hanno ricevuto i senatori sul programma americano destinato alle banche svizzere.
Sono comunque confermati diversi elementi. Negli ultimi giorni fra gli Stati Uniti e il Dipartimento delle finanze i toni si sono fatti accesi. Gli americani rimproverano a Eveline Widmer Schlumpf di rilasciare troppi dettagli su quella che viene ormai chiamata Lex USA, violando in parte le clausole di confidenzialità prestabilite.

Lunedì sera, il direttore della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan ha ripetuto in commissione quello che afferma dall’inizio della vicenda, ossia che la BNS non correrà a salvare le banche che, ad esempio, si vedranno proibire le transazioni in dollari a seguito di una condanna degli Stati Uniti.
Il messaggio della BNS al Consiglio degli Stati è chiaro : le richieste americane devono essere accettate, altrimenti le banche svizzere saranno esposte a gravi difficoltà e anche a possibili fallimenti.
Al momento non è possibile prevedere se i senatori si addosseranno la responsabilità di una decisione negativa. Gli scambi informali e le pressioni di tutte le parti in causa in questa vicenda proseguiranno nei corridoi di Palazzo federale sino a domani mattina.

Il Nazionale si pronuncerà ancora settimana prossima. La legge urgente dibattuta alle Camere federali consiste nell’autorizzazione di un anno accordata alle banche svizzere di scavalcare il segreto bancario. Questo permetterebbe di collaborare appieno con la giustizia americana, che da anni sta dando la caccia agli evasori fiscali clienti delle banche svizzere.
Washington propone un programma di autodenuncia per cancellare quanto d’illegale fatto in passato, ma le condizioni e la portata del programma (soprattutto le multe che si andrebbero a pagare) resteranno segrete sino a quando il Parlamento svizzero avrà accettato la legge urgente.

(Fonte : Le Matin.ch)