Facebook, Apple e Microsoft hanno iniziato a fare le prime ammissioni nell’ambito dello scandalo delle intercettazioni da parte del governo americano, dettagliando il numero di informazioni richiesto dalle autorità di Washington.

Le grandi società del web iniziano a parlare sulla vastità presa negli Stati Uniti dal programma di intercettazioni Prism.
In questi giorni, la maggior parte delle aziende implicate nel programma di sorveglianza ha iniziato a rilasciare informazioni sul numero dei loro clienti dei quali le autorità americane hanno chiesto informazioni.

Lunedì 17 giugno Apple ha rivelato di aver ricevuto quasi 5’000 richieste fra il 1. dicembre 2012 e il 31 maggio scorso.
Le richieste riguardavano quasi 10’000 account di utenti. Fra queste richieste molte erano legate a inchieste criminali, a ricerche di bambini scomparsi e alla lotta al terrorismo.

Le cifre fornite da Facebook e Microsoft sono più o meno della stessa portata. Venerdì Microsoft ha rivelato di aver ricevuto – nel secondo semestre 2012 – circa 7’000 richieste d’informazioni da parte delle autorità americane sui suoi utenti.
Facebook ha indicato di aver ricevuto circa 10’000 richieste d’informazioni nel secondo semestre 2012, riguardanti un totale di 19’000 utenti.

Da quando il Washington Post e The Guardian hanno rivelato l’esistenza del programma di sorveglianza Prism, circa 10 giorni fa, queste società legate al web si trovano di fronte a una situazione di sospetti e sfiducia e cercano di togliersi di torno ogni sospetto.
Sono accusate di aver autorizzato l’agenzia di sorveglianza elettronica americana NSA a leggere la corrispondenza dei loro utenti.
Stando all’agenzia Associated Press, la loro collaborazione aveva diverse forme. Ad esempio, Google trasferiva file criptati con le informazioni richieste, mentre gli altri avevano sviluppato delle interfacce che permettevano alla NSA di attingere direttamente alle mail degli internauti.

Come era stato loro ordinato dal governo, le società implicate avevano dapprima negato di essere a conoscenza di Prism; in seguito avevano ammesso di conoscere il programma di sorveglianza ma avevano negato di aver aperto un accesso diretto ai loro server alla NSA.
Ora, hanno ricevuto dal governo il permesso di pubblicare le cifre, allo scopo di mostrare che il programma d’intercettazioni non è su vasta scala ma si limita a cerchie di utenti ben definite.
Cifre che molti definiscono troppo ridotte per corrispondere alla realtà.

(Fonte : Le Figaro.fr)