Peter Walder ha comunicato le sue dimissioni alla stampa (quindi anche a noi) il 15 giugno. Ticinolive ha pubblicato sobriamente la notizia, giudicandola non priva di interesse politico. L’amico Tiziano Galeazzi, presidente distrettuale UDC, ha allora scritto alla redazione chiedendo di poter prendere posizione sulla vicenda, ciò che gli è stato subito e ben volentieri concesso. Le alternative erano: intervento in forma di articolo o di intervista. Si è optato per la seconda possibilità e queste sono le domande che ho posto al presidente distrettuale.
Francesco De Maria Parliamo delle recentissime dimissioni dal partito dell’ex presidente della sezione di Lugano Peter Walder. Il fatto l’ha colta di sorpresa?
Il principale motivo addotto da Walder è il verbale del Comitato distrettuale tenutosi il 24 aprile a Comano (che io ho letto). Che cosa c’è di così terribile in quel verbale? Che cos’è avvenuto di così terribile in quella riunione?
Fermo restando che l’elezione luganese del 14 aprile è stata un disastro, quali rimproveri si possono muovere al presidente Walder? Non è stato egli (ipotesi mia) vittima delle circostanze, di una “congiuntura sfavorevole”: interesse spasmodico verso una Lega che lottava per il sorpasso, disinteresse verso l’UDC (e gli altri)?
Walder ha anche attaccato pubblicamente la giovanissima Raide Bassi, brillantemente eletta, parlando di candidatura improvvisata (“UDC da due mesi”) e, in sostanza, opportunistica. Come giudica una simile dichiarazione?
La “linea Pinoja” di distacco dalla Lega, enunciata all’atto del suo insediamento presidenziale, è tuttora valida?
Queste continue recriminazioni contro la Lega (vedi ad esempio le ultime dichiarazioni rilasciate dall’on. Rusconi al Caffè, settimanale che pratica un antileghismo militante con grandi mezzi e risultati invero alquanto ridicoli) sono opportune? O non piuttosto controproducenti?
Quadri mi disse un giorno (si era ancora in autunno): “Per un municipale UDC a Lugano non ci sono i numeri”. La poltrona a palazzo, quanto malcontento ha suscitato questo irraggiungibile “oggetto del desiderio”! Eppure… il duro giudizio quadriano è stato confermato dai fatti, addirittura al di là del pensabile. Non è vero?
Una domanda delicata (ma sono la mia specialità…) Nell’attuale situazione del partito – elettoralmente debole, inquietante, litigiosa – si potrebbe considerare, se non altro come ipotesi, un avvicendamento “ai piani alti” del partito?
Nella “grande” (ma non bisogna usare questa parola!) Lugano uno s’immagina che il maggior partito svizzero sia rappresentato da una sezione forte, dotata anche di personalità di primo piano capaci di attrarre l’attenzione del pubblico. La realtà sembra essere molto lontana da questo modello ideale. Lei pensa che l’avvento del banchiere Michele Moor alla presidenza possa portare a un vigoroso rilancio della sezione?
Come presidente distrettuale è stato coinvolto nella costituzione dello staff presidenziale? Può farci qualche ghiotta anticipazione?