Mercoledì 27 giugno Papa Francesco ha istituito una commissione di cardinali incaricata di indagare sulle reali attività della banca vaticana, lo Ior.

Si tratta molto più di una semplice commissione referente, scrive nella sua edizione odierna il Corriere della Sera : “Non significa ancora il commissariamento dello Ior, ma prepara una radiografia spietata della banca del Vaticano.
Il Pontefice vuole sapere: è deciso ad aprire la scatola dell’Istituto per le opere di religione e vedere che cosa c’è dentro.
Ormai sta diventando chiaro che Papa Francesco ha deciso di cominciare la riforma del Vaticano partendo dalla questione più spinosa e più imbarazzante per la Chiesa: lo Ior.
L’intenzione del Pontefice è quella di dare segnali netti alla Curia e alla comunità internazionale sulla sua volontà di illuminare i recessi più oscuri delle finanze della Santa Sede.

L’assenza clamorosa del Pontefice dal concerto in Vaticano di sabato scorso viene spiegata anche con l’esigenza di stringere i tempi e creare la commissione.
Si tratta di un’operazione strategica. Fissa paletti così stringenti che d’ora in poi nessuno, tranne il Papa, potrà dire se lo Ior funziona o no e se è coerente con il modo in cui deve operare la Chiesa cattolica.
In prospettiva, un effetto collaterale potrebbe essere di abbassare, se non di abbattere, quello che un banchiere definisce “il muro di Berlino” fra le attività finanziarie dello Ior e i controlli di Bankitalia e del ministero dell’Economia.”