Il conflitto fiscale con gli Stati Uniti potrebbe prendere una svolta ancora più aspra, in quanto le autorità americane non intendono mollare la presa sulla Svizzera.

Il Consiglio federale ha trovato un piano B dopo la bocciatura della Lex USA da parte del Parlamento, ma già i suoi sforzi sembrano essere messi in pericolo dalle nuove esigenze americane.

Le autorità di Washington pretendono una garanzia dal Consiglio federale affinchè le banche possano applicare completamente le direttive del loro programma unilaterale.
In Svizzera un simile gesto è impensabile a causa della separazione dei poteri. Il Dipartimento federale delle finanze non ha ancora reagito a queste informazioni.

Inoltre, i tribunali svizzeri potrebbero bloccare la soluzione di autorizzazione individuale accordata alle banche per negoziare con gli Stati Uniti. Una cosa che gli Stati Uniti vogliono evitare e dunque esigono una clausola restrittiva : se una sola banca ottenesse una vittoria di fronte a un tribunale svizzero, tutte le loro offerte “per una soluzione bonale della vicenda” andrebbero a cadere e si tornerebbe ai “metodi forti”.
E’ uno scenario che potrebbe accadere, perché il caso si era già presentato alla fine di maggio, quando il Tribunale di prima istanza di Ginevra aveva ordinato al Credit Suisse di non trasmettere i dati di un suo ex dipendente.
Un giudizio che potrebbe fare giurisprudenza, ha considerato Hanspeter Thür, preposto federale alla protezione dei dati.

(Le Matin.ch)