L’attesa per la sentenza è in buona parte ipocrita, perché Silvio Berlusconi è stato già condannato in primo grado e in appello, a quattro anni per evasione fiscale e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici.

In qualsiasi altro paese non farebbe più politica, scrive oggi il portale d’informazione Wall Street Italia.com : “Oltretutto ha molti altri processi pendenti. Eppure sta sempre lì. Da vent’anni. Grazie agli italiani che lo votano e grazie al Pd che lo ha sempre tenuto in vita. Anzitutto adesso.

Nel centrodestra sono sicuri del rinvio di un mese. Anche ammesso che venisse confermata la condanna, sono certi che il governicchio Letta andrebbe avanti (come ha ordinato Berlusconi nella solita intervista rilasciata a Libero e poi smentita) e che in qualche modo Napolitano e centrosinistra organizzerebbero una sorta di amnistia ad personam.

Nel caso peggiore, molto poco probabile, Berlusconi è pronto ad affidarsi alla figlia Marina come megafono e portavoce.

E nel Pd? L’attesa è vissuta con grande nervosismo. Ciò che più innervosisce è proprio la conferma della condanna: “Il Pd non reggerebbe l’urto e salterebbe come un birillo – dice Ugo Sposetti.
Gli unici a “sperare” in una conferma della condanna sono quelli di Occupy Pd: “Alle volte è difficile non dare ragione a Grillo. Pd sveglia”.

Santanché promette guerriglia, Biancofiore promette guerriglia. E Letta, beato lui, è “sereno”.

Berlusconi non andrà comunque in galera. Glielo impediscono le norme che escludono la detenzione in carcere per gli ultrasettantenni.
In caso di condanna definitiva, la prospettiva sarebbe quella dell’affidamento in prova ai servizi sociali. Se li rifiutasse, rischierebbe al massimo gli arresti domiciliari.

La Sezione Feriale della Cassazione che deciderà il suo futuro può scegliere tra il rinvio di un mese (con rischio prescrizione); la condanna, l’assoluzione e l’annullamento del procedimento con nuovo processo (e prescrizione certa).
Berlusconi non ha troppi motivi di essere pessimista.”