La notizia:

Il Washington Post ha pubblicato mercoledì 4.12.2013 nuove informazioni sui dati messi a disposizione da Edward Snowden. Citando documenti interni della NSA (National Security Agency) il giornale rivela che l’agenzia statunitense intercetta i dati di geolocalizzazione di centinaia di milioni di telefoni cellulari in tutto il mondo. La raccolta di tali dati avviene per mezzo di un collegamento ai cavi che connettono le varie reti mobili, con lo scopo di rintracciare i movimenti delle persone e le loro eventuali azioni nascoste mediante potenti algoritmi matematici. L’agenzia ha memorizzato finora informazioni su centinaia di milioni di telefonate e registrato cinque miliardi di dati al giorno, per un volume totale di 27 terabytes.

Prima considerazione:

Dal 1952, con ordine esecutivo presidenziale, la NSA è preposta al controllo del traffico telefonico americano e ha a disposizione un numero imprecisato di satelliti puntati sul territorio nazionale. Nata molto discretamente, e occupandosi di servizi di sicurezza e d’intelligence, è stata più volte ironicamente chiamata No Such Agency, ovvero l’agenzia che non esiste. Negli ultimi anni però si è “globalizzata” con l’intento di scovare possibili minacce anche fuori dai confini americani.

Il signor Snowden, l’ex contractor della Nsa che ha scelto di denunciare l’enorme apparato in stile Grande Fratello dell’agenzia, si è beccato del “terrorista” dagli ambienti vicini alla Casa Bianca, così come nei paesi alleati si tenta di fare con alcuni giornalisti di autorevoli testate (il londinese Guardian è il caso più recente) che hanno diffuso il materiale filtrato per mano dell’ex analista NSA. Snowden è un pentito che, un bel giorno, ha deciso di saltare il fosso; ma chi è rimasto al proprio posto cos’è? Un combattente, con tanto di mandato istituzionale, per la libertà di espressione e la democrazia?

Seconda considerazione:

Fra la truppa con il salame a stelle e strisce sugli occhi ci sarà certamente qualche “creativo” che sosterrà l’oggettivo pericolo che incombe sugli USA da parte di spezzoni militarizzati dell’Islam radicale. Bene, lo stesso identico pretesto è accampato dai miliziani di Allah per portare la “guerra santa” in territori non loro. Con una differenza sostanziale e inconfutabile: chi è andato per primo a rompere le scatole a casa di altri?

Terza considerazione:

Alla luce di quanto (e non solo) il signor Snowden ha spiattellato, non sarebbe l’ora di piantarla (almeno per igiene mentale) con la barzelletta degli “stati canaglia”, la cui lista è periodicamente aggiustata secondo le necessità e i prudori dello zio Sam? Lo dico per salvaguardare la storia del popolo americano che non merita i governanti che si è dato (ma qui ci sarebbe da spendere più pagine per dire come si vota negli USA), non per fare propaganda alla Repubblica Popolare Democratica di Corea, meglio conosciuta come Corea del Nord.

Carlo Curti, Lugano