Pochi giorni or sono il sempre aggressivo leader socialista Ghisletta aveva attaccato l’on. Quadri per una questione di lottizzazione partitica all’interno del Comitato esecutivo, faccenda della quale sappiamo poco (proprio per non scrivere nulla). Beccandosi poi una risposta al vetriolo, ieri, da parte del non comodissimo direttore del Mattino. Oggi si esprime su Ticinolive il leghista Nicholas Marioli. (fdm)
Recentemente il comitato esecutivo del Servizio Cure a Domicilio ha approvato la proposta del municipale Lorenzo Quadri, che chiedeva l’introduzione negli statuti di un tetto massimo del 15% di lavoratori frontalieri (su un totale attuale di 229 dipendenti). Atto politico in favore dei lavoratori ticinesi e domiciliati, che dovrebbe essere di buon auspicio per ulteriori enti pubblici e parapubblici.
Puntualmente da sinistra sono giunte le critiche.
Coloro che pochi mesi fa durante l’assemblea ordinaria hanno segnalato, a loro dire, l’elezione antidemocratica della nomina di membro del comitato esecutivo, dell’attuale promotore di questa iniziativa. Accuse rispedite al mittente, a suo tempo, da tutto l’organo esecutivo e dalla maggioranza dell’assemblea.
La mossa strategica e propagandistica in vista del voto del 9 febbraio sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa e l’inutilità di questo nuovo articolo statutario, sono state le critiche sollevate dagli oppositori.
Essendo provocazioni non degne di risposta, dato che hanno il tempo che trovano, sorge però spontanea una domanda: cosa proporrà la sinistra per salvaguardare i lavoratori ticinesi e domiciliati (almeno per quanto riguarda i posti di lavoro statali e parastatali)?
Nicholas Marioli, Delegato SCUDO per il comune di Lugano