A proposito di questo “comunicato” la mia opinione – qualora venisse chiesta, e non è probabile – è la seguente: è un comunicato del nulla. Cento volte meglio tacere… ma è così difficile!

Dopo avere stoltamente sponsorizzato il NO il PPD si trova (per forza) in una posizione scomoda e cerca affannosamente di “recuperare”… comunicando il nulla. Solitamente i partiti in situazioni analoghe si proclamano “certi di interpretare il sentimento della stragrande maggioranza dei Ticinesi”. Qui tale reboante formulazione manca, forse perché considerata vetusta e superata.

Particolarmente infelice e addirittura balorda la stoccata ai  “partiti (…) che sono ostaggio dei miliardi del loro principale finanziatore” (vorrei sapere chi è il genio). Gli azzurri fingono di dimenticare che (secondo cifre ufficiali) i propugnatori del NO hanno speso quasi tre volte di più dei sostenitori del SÌ. Se si fosse vinto con i soldi, cari amici oregiatt, avreste vinto voi (proprio per tacere di Ambrosetti e Pelli).

Dopo la batosta, volendo, potreste sì rinsavire. Invece niente. Convocato il vostro “team di laureati in scienze della Comunicazione” voi partorite questo: lagne infinite e recriminazioni, e fumose proposte il cui fine, diciamolo, è non fare un bel nulla.

Un comunicato di questo tenore è come spararsi in un piede. (fdm)


Il Partito Popolare Democratico registra con preoccupazione il clima di nervosismo venutosi a creare in Ticino dopo il voto del 9 febbraio in merito all’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”.

Nel nostro Cantone il responso delle urne è stato particolarmente chiaro e può essere interpretato in un solo modo: le cittadine e i cittadini ticinesi chiedono risposte concrete a una situazione di evidente disagio. Per questo motivo è necessario che Consiglio di Stato, Gran Consiglio, deputazione ticinese alle Camere federali, partiti politici, sindacati e associazioni economiche collaborino con responsabilità alla ricerca di proposte e soluzioni condivise in vista della concretizzazione legislativa del nuovo articolo costituzionale introdotto il 9 febbraio.

Il Partito Popolare Democratico chiede pertanto che le numerose proposte di risoluzioni, iniziative, mozioni, ecc. presentate in questi ultimi giorni – tutte legittime e utili alla discussione – siano preventivamente dibattute e condivise nella più ampia cerchia di attori politici, sociali ed economici, così da trasmettere all’Assemblea federale messaggi chiari, concreti e che siano capaci di raccogliere il necessario consenso. A questo proposito il Partito Popolare Democratico deplora il clima da mercato rionale napoletano in cui si è svolta la discussione sull’introduzione dello statuto speciale, soprattutto per il misero spettacolo offerto alla cittadinanza da alcuni dei suoi rappresentanti, anche nei giorni successivi.

Il Partito Popolare Democratico – fin dal XIX secolo – è stato l’iniziatore in Svizzera dell’introduzione dei diritti popolari di iniziativa e referendum; il nostro impegno per concretizzare al meglio la volontà popolare espressa il 9 febbraio 2014 non può quindi essere messa in discussione, tantomeno da partiti che nella loro storia non hanno mai svolto uno solo congresso o che sono ostaggio dei miliardi del loro principale finanziatore.

Il Partito Popolare Democratico, con queste ferme premesse, rinnova il proprio invito alle forze politiche (responsabili) e alle parti sociali di questo Cantone affinché – dopo questi giorni di gazzarra – la ricerca di soluzioni vere e praticabili torni al centro dell’agenda politica di questo Cantone, sostituendosi all’improvvisazione e alle manie di protagonismo di qualche egolatra.

PPD