Le rotative di Francoforte girano all’impazzata
Gianfranco Soldati martella implacabile la scellerata politica della BCE
Ma qualcuno lo ascolterà?

E`di ieri la notizia che siam tutti salvi, stavo per dire, come Leporello, “padron mio, siam tutti morti”. Tutti chi? Tutti i cittadini europei della zona euro, e tutti i residenti svizzeri, questi ultimi legati dalla loro BN con catene in acciaio inossidabile alle sorti della moneta unica europea. Le rotative di Francoforte, che grazie ai progressi delle tecnologie di lubrificazione e raffreddamento possono ruotare ininterrotamente, prescritta è solo una sosta ogni 38 anni per la sostituzione dei filtri dell’aria, dell’acqua e dell’olio, hanno prodotto 1000 nuovi miliardi di euro, al prezzo simbolico di 1 euro più il costo della carta. I banchieri di fiducia degli stati della zona euro, che guidati da Draghi formano il consiglio direttivo della BCE, riuniti a porte chiuse nell’apposita saletta (camarilla in spagnolo) dell’Eurotorre di Francoforte sul Meno (vista la quantità di moneta che vi viene stampata, Renzi nel suo recente incontro con la Signora Merkel ha proposto di cambiar nome alla città: Francoforte sul Più. Avessero chiesto a me, avrei proposto anch’io il cambiamento di nome: invece di Francoforte sul Più, avrei però lasciato la città tedesca sul suo fiume, proponendo: Eurodebole sul Meno), i banchieri di Draghi, dicevo, hanno deciso all’unanimità, “audentes fortuna juvat”, di impiegare i 1000 mrd freschi freschi di stampa nel migliore dei modi possibili. Acquistando marenghi o vreneli, a prezzi di mercato? No, troppo rischioso l’acquisto di oro, che come tutti sanno oscilla di prezzo come le palme al vento. Meglio, molto meglio acquistare bonds degli stati di zona euro oramai falliti, bonds da riporre poi nei sicuri forzieri al riparo dal vento e dai ladri. Affermando però, per evitare noiose discussioni e possibili disappunti, che serviranno a dare il via alla crescita.

Mi sembra certo che siamo di fronte ad un nuovo miracolo dell’ingegneria finanziaria, detta anche finanzcapitalismo. E ho abbastanza amici esperti nella materia che mi hanno ben spiegato (senza convincermi, ma questo a loro non lo dico, perché altrimenti non mi spiegano più) quanto saggia sia la BCE e quanto benefiche le sue decisioni. Amici però che finora non hanno trovato il tempo per spiegarmi se le decisioni siano sagge e benefiche per tutti o, qualora non lo fossero per tutti, chi possano essere i fortunati beneficiari di tanta saggezza ed altrettanta generosità.

Poco fa, 5 aprile 2014, ore 15.30, Rai News 24 ha dato notizia di una lamentela della Confcommercio ad un suo Congresso sul lago di Como: nel quarto trimestre del 2013 solo 26 imprese su 1000 che hanno chiesto un prestito bancario lo hanno ottenuto. E`un fenomeno che una moltitudine di economisti indipendenti dalla plutoburocrazia di Bruxelles denunciano da anni: in tempo di crisi, e peggio ancora di deflazione, le banche non prestano ai privati, per buoni debitori che siano. Vogliono garanzie degli stati, che ancor più delle stesse banche sono “too big to fail”, e comperano i loro bonds. In pratica la BCE salvando stati salva solo le grandi banche creditrici degli stati salvati. A pagare sono i piccoli e medi risparmiatori e le loro casse pensione.

Ingegneria per ingegneria e tenendo conto della mia innata passione per la costruzione (solo nel ruolo di manovale, al massimo e non sempre anche di muratore) mi è venuta un’idea geniale, che spero facilmente realizzabile dai maghi dell’Eurotorre guidati da Draghi. Perché non far girare più velocemente le rotative della zecca di Francoforte, magari mediante inserimento di un opportuno “overdrive” nella trasmissione, e produrre così i nuovi 500’000 miliardi di euro necessari per distribuire, contro versamento di 1 euro simbolico, 1 mio di euro ad ogni europeo, neonati in incubatrice e anziani in coma compresi, tutti però con valido permesso di domicilio o di soggiorno?

La tanto agognata crescita partirebbe a 100 all’ora come per incanto, anzi, più velocemente ancora, perché si sa che i poveri i soldi non li conservano, li spendono e spesso anche scialacquano. Sapessero conservarli non sarebbero più poveri.
Per il momento non ci resta altro da fare che aspettare senza recriminare che qualcuno legga questa nostra geniale proposta e la trasmetta poi a Draghi.

Gianfranco Soldati