Dura presa di posizione dei Democentristi

Io aggiungo: “Da un male non può che venire un male (o, eventualmente, un peggio). Dall’inganno e dal tradimento del dicembre 2007 è scaturito questo impresentabile disastro. Una donna per sette lunghi anni ostaggio di coloro che l’hanno furbescamente e sfrontatamente eletta.

Quanto all’on. Sadis – senza voler offrire a tutti i costi consigli non richiesti – deve almeno accertarsi se il suo partito sia disposto a combattere una battaglia che si annuncia più che difficile con il suo nome sulla lista.” (fdm)


COMUNICATO STAMPA

“Disdire l’accordo sui frontalieri avrebbe conseguenze disastrose. Noi lavoriamo per migliorarlo e non per cancellarlo”. Le parole che la Consigliera federale, signora Widmer Schlumpf, ha pronunciato ieri nel corso della sua visita a Bellinzona, sono un dejà vu cui siamo da tempo abituati, ma che, non per questo, risultano meno stucchevoli e prive di fondamento.

Fa specie sentire chi invita alla moderazione dei toni e del linguaggio -ma solo quando si tratta di prostrarsi davanti alla comunità internazionale – utilizzare vocaboli degni di un terrrorismo psicologico che non fa onore a un ministro della Confederazione elvetica. Peccato che le “conseguenze disastrose” vengano evocate solo quando fanno il gioco degli interessi del nostro Paese, ma siano ignorate quando Stati stranieri non rispettano i patti e mettono in pratica – loro sì – quel modus operandi “muscolare” che tanto abborrono la signora Widmer Schlumpf e la Consigliera di Stato, Laura Sadis.

L’UDC Ticino fa però presente alla ministra delle Finanze che un concetto sbagliato, anche se ripetuto a mo’ di mantra, non si trasforma in verità. Rimane sbagliato. E spiace costatare che ogni atto concreto in grado di mettere alle spalle al muro un Paese che si fa beffe di ogni norma e legge, venga respinto al mittente senza alcuna controproposta in grado di ottenere risultati.

Del resto, è la realtà dei fatti che ci parla. La signora Widmer Schlumpf ha l’impressione che il – o meglio “i”- governi italiani e le loro amministrazioni dimostrino atteggiamenti impeccabili? Che rispettino la parola? Che siano affidabili?

Quante volte la firma per gli accordi fiscali con l’Italia è stata rimandata? Da quanti anni la Svizzera chiede a Roma di essere tolta dalla ormai celeberrima “black list”? Cosa hanno prodotto sino ad oggi le sviolinate che mandano in brodo di giuggiole il governo elvetico, ma lasciano indifferente quello italiano? Possibile non si capisca che bisogna cambiare atteggiamento? Volere è potere. Mai sentito?

Disdire l’accordo sull’imposizione dei frontalieri non avrebbe affatto conseguenze disastrose. Ma sarebbe un atto dovuto non solo da un punto di vista politico. Ma anche sotto il profilo della decenza.

Unione democratica di centro