Intervistato dal giornale economico Bilan, il finanziere svizzero Marc Faber ritiene che attualmente i mercati finanziari non siano in buona salute.

Famoso per la la sua lettera finanziaria mensile intitolata Gloom, Boom & Doom Report, Marc Faber aveva previsto il crash della Borsa del 1987, il crollo delle azioni giapponesi due anni dopo e la crisi dei subprimes (prestiti ad alto rischio finanziario concessi a clienti ad alto rischio debitorio) americani.
Il giornale economico Bilan lo ha intervistato a Tokyo, dove Faber partecipava a una seduta del Consiglio di amministrazione di Indochina Capital.
Qui di seguito alcuni passaggi dell’intervista.

Bilan : Teme una nuova crisi dei subprimes negli Stati Uniti ?

Faber : All’inizio dei subprimes, i poveri potevano acquisire beni senza avere soldi. La Federal Reserve incoraggiava i prestiti. Janet Yellen, l’attuale presidente della Fed, fra il 2005 e il 2009 era presidente della Banca della Federal Reserve di San Francisco. Era responsabile della California, dell’Arizona e del Nevada, i tre Stati dove la bolla immobiliare è stata più massiccia.

marc_faberNon sono dunque sicuro che abbia le qualifiche necessarie per essere presidente della Fed. Inoltre, negli Stati Uniti gli interessi del debito sono pagati a un tasso inferiore al 2%. Se salgono a un livello normale il fardello potrebbe raddoppiare a oltre 500 miliardi di dollari l’anno, contro gli attuali 260 miliardi.
Questo aumenterebbe considerevolmente il debito degli Stati Uniti. Sono certo che avverrà una nuova crisi ma è difficile dire quando e dove, in quanto la stampa di moneta può ritardare la scadenza.

Nel settore bancario i bonus rimangono molto alti. Questo settore ha imparato qualcosa dal fallimento di Lehman Brothers ?

Purtroppo no. Si sarebbero potuti ridurre considerevolmente i bonus in maniera semplice : lasciando fallire qualche banca. Al contrario gli Stati Uniti le salvano con i soldi del contribuenti. In questo modo gli impiegati delle banche possono continuare a ricevere i bonus.
Ci si potrebbe aspettare che i comitati incaricati delle compensazioni mettano un freno, ma non hanno nessun interesse a farlo. Pagano lauti bonus ai management e in cambio ricevono soldi. Faccio parte di diversi comitati, conosco bene il sistema.