Sono arrivate a un punto cruciale le trattative commerciali tra Stati Uniti ed Europa e ora si attende l’impatto del voto europeo. Ad Arlington, in Virginia, è in corso il quinto round del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership).

Mercoledì 21 maggio i negoziatori hanno incontrato associazioni, sindacati e professionisti per parlare di un trattato complesso, il cui percorso non manca di essere segnato da proteste.
Dai servizi all’agricoltura, fino alla sanità, il TTIP è un accordo di libero scambio assai ampio che punta all’abolizione di dazi e all’uniformazione delle leggi. Molti lo considerano una grande truffa.

Se fin qui avevamo ogni ragione di pensare che l’Europa fosse al servizio degli Stati Uniti, ora la ratifica di un trattato ufficializzerà la cosa, scrive il portale Blogapares.com : “Il Transatlantic Trade and Investment Partnership intende eliminare gli ostacoli inutili per il commercio e l’investimento, inclusi gli ostacoli non tariffari attraverso efficaci meccanismi, realizzando un ambizioso livello di contabilità della regolamentazione dei beni e dei servizi.

In poche parole, i mercati degli Stati Uniti e dell’Unione europea diverranno un’unica cosa.

I neoliberali ci presentano questo affare come l’opportunità di riunire due grandi mercati, che rappresenteranno circa il 60% del mercato mondiale. Difficile però trovare qualcosa che parli a favore dei paesi europei : la soppressione delle barriere commerciali darà il via libera all’invasione delle multinazionali americane.

Eppure gli europei hanno già fatto l’esperienza, in scala ridotta, di come un mercato non regolamentato significhi la scomparsa dei più deboli. La Grecia, la Spagna e l’Italia soccombono in un mercato unico di fronte alla Germania. Le piccole aziende vengono schiacciate dalle multinazionali e gli attivi dei paesi più deboli sono venduti ad aziende estere, il tutto con il pretesto della privatizzazione.

Se tutto questo già accade su scala europea, le conseguenze per il continente su scala transatlantica saranno notevoli. Rinunceremo alla nostra economia, alla nostra sovranità, alla nostra storia.

In nome del TTIP verranno amputate le spese pubbliche per sostenere un settore finanziario allo stremo. Questo trattato rappresenta un attacco agli standard sociali, ambientali ed economici, condotto nell’interesse delle grandi aziende rappresentate da lobby quali BusinessEurope e la United States Chamber of Commerce.

Si parla di attuare il trattato entro i prossimi 5 anni. I suoi istigatori non vogliono perdere tempo. L’Unione europea e gli Stati Uniti sono messi male e temono la vivacità della Cina e della Russia. i cui scambi aumentano dopo le sanzioni imposte a Mosca dalla NATO dopo la recente crisi in Crimea.”