Esercito sempre più sotto tiro

Sapevamo benissimo che il voto sul  fondo per i Gripen era difficile, in un momento come quello attuale, contrassegnato da tante incertezze, non solo di natura finanziaria. Durante la campagna che ha preceduto il voto del 18 maggio, abbiamo purtroppo anche assistito ad alcune pesanti e velenose bordate provenienti da chi, pur piccandosi di sostenere l’esercito di milizia e la sicurezza interna, ha accampato cavilli tecnici per schierarsi contro la protezione dello spazio aereo. 

È la democrazia, bellezza!”, vien da dire.

Sull’esito del voto popolare non c’è  proprio nulla da ridire (ci mancherebbe), c’è invece molto da ribattere e da fare sulle recenti mosse di un Consiglio federale che  ha deciso di decurtare, per il periodo 2014-2016, di 800 milioni di franchi i fondi destinati al Dipartimento  federale della difesa, mettendoli a disposizione di altri Dipartimenti per progetti considerati prioritari.  Questa decisione rappresenta un  colpo di mano, per più ragioni .

Anzitutto perché il costo dei Gripen era inserito nel budget ordinario dell’esercito e pertanto non andava ad intaccare altri Dipartimenti. Per la cronaca, la spesa annuale destinata all’esercito rappresenta  meno dell’1% del Prodotto Interno Lordo (PIL) elvetico, contro   il 2% che fanno registrare mediamente i Paesi a noi vicini.

Va altresì rilevato che la spesa annuale complessiva di 5 miliardi di franchi per l’esercito era stata votata dal Parlamento e pertanto dovrà  essere lo stesso Legislativo a decidere in via definitiva un’eventuale decurtazione (e già possiamo immaginare i mercanteggiamenti  per assegnare a questo o  a quel Dipartimento i fondi provenienti dall’esercito). È poi normale che diversi Dipartimenti si spalmino al proprio interno – non si sa neppure con quale criterio e su quali basi-  dei fondi provenienti da un altro Dipartimento?

E ancora: se, come sempre affermato dal Consiglio federale , l’acquisto dei Gripen era importante per la protezione e la difesa dello spazio aereo, come verranno ora garantiti questi compiti togliendo i mezzi necessari? Val la pena ricordare che il popolo non ha votato contro la protezione dello spazio aereo, bensì contro il fondo destinato all’acquisto dei Gripen.

Stupisce che lo stesso capo del Dipartimento competente  non abbia finora rilasciato dichiarazioni al riguardo, cosicché la decisione del Consiglio federale di mercoledì 28 maggio suona   ancor più strana. Non ricordo, infatti (ma potrei sbagliarmi), che l’Esecutivo federale abbia  messo in atto negli ultimi anni operazioni di questo tipo, togliendo fondi dal bilancio ordinario di un Dipartimento per destinarli ad altri Dipartimenti, senza inoltre precisare le finalità di tale operazione, ma ipotizzando solo una destinazione di “progetti prioritari”. Ma forse ne sapremo di più fra qualche giorno. Purtroppo, anche nel nostro  Paese certe cattive abitudini sembrano far breccia .

Mentre il Partito Socialista,  il cui programma  prevede   l’abolizione tout court dell’esercito, ha ufficializzato, esattamente un giorno prima della citata decisione del Consiglio federale (sarà un caso, vero?), le proposte di diminuire gli effettivi dell’esercito a 50’000 unità  e di voler molta più cooperazione internazionale (che, tradotto, significa  perdita di sovranità e progressiva adesione ad organismi internazionali, quali l’Unione Europea),  gli altri partiti sembrano muoversi in ordine sparso e questo non va assolutamente bene in un’ottica di autentico controllo democratico che deve esercitare il Parlamento. Da cittadina, mi aspetto che i rappresentanti di popolo e Cantoni a Berna intervengano quanto prima a chiarire e ridefinire la situazione, facendo tutto quanto in loro potere per garantire la sicurezza del Paese, che comprende anche la protezione e la salvaguardia dello spazio aereo.  Come mi faceva notare qualcuno nei giorni scorsi, non   si sopprime il servizio dello sgombero della neve solo perché magari non nevica per un paio d’anni  e  la sicurezza (anche in ambito civile)  non è un optional del quale possiamo fare a meno a seconda del clima del momento. 

Alla luce delle “priorità” di cui vagheggia il Consiglio federale per togliere i 300 milioni di franchi all’anno al Dipartimento della difesa e del fatto che il popolo è stato chiamato ad esprimersi su un fondo facente parte del bilancio ordinario di un Dipartimento, mi aspetto, come minimo, che le cittadine e i cittadini svizzeri abbiano l’ultima parola  anche su altri oggetti, fra i quali certi generosi e copiosi fondi destinati a sostenere Paesi e organismi esteri, il cui importo raggiunge annualmente svariati miliardi di franchi. Forse che  300 milioni di franchi all’anno valgono più dei   4-5 miliardi  di franchi che annualmente versiamo in aiuti non controllati e non controllabili a enti esteri?

Iris Canonica