(fdm) Vorrei dire una parola al nostro fedele collaboratore Donatello Poggi. Il problema di queste persone – che conosciamo tutti – è che non possono accettare la decisione popolare del 9 febbraio, non ce la fanno proprio. Che il popolo abbia potuto prendere una decisione così cretina, gli fa torcere le budella. Quel popolo – amato, agognato, mitizzato – per il quale hanno speso tante notti insonni!

Ovviamente, non lo confessano, affinché nessuno dubiti della loro democraticità. Dicono in coro “Accettiamo!” mentre il loro naso cresce, cresce, cresce a dismisura. Questo è il problema, Donatello. Tu puoi risolverlo? No. Io? Nemmeno.

 

I vari e “conosciuti” soloni della politichetta cantonticinese (fuori dai confini ticinesi chi li conosce?) hanno sentenziato che il presidente del Consiglio di Stato, nel suo “sfortunato” intervento/comizio del Primo agosto, non ha sbagliato nulla. E ti pareva. Tutti scemi gli altri?

Bugie! Il presidente del Consiglio di Stato, in un’occasione come quella della commemorazione del Natale della Patria (disturba?), parla ben cosciente di ricoprire, in quell’occasione, un ruolo istituzionale ben preciso con altrettante precise “limitazioni”. Sostenere che una persona, in quel ruolo, può parlare anche a titolo personale è una castroneria bella e buona.

Se Bertoli ha voluto fare un comizio e provocare alla grande (sbagliatissimo) se ne assuma tutte le responsabilità del caso e la smetta di piagnucolare dopo avere tentato di fare il duro. Come d’altronde la smetta di piagnucolare il suo partito, non avendo di questi tempi molti altri motivi validi, che pare abbia avere la memoria sempre più sfuocata e un ascolto in caduta libera.

Il presidente del Consiglio di Stato rappresenta la popolazione tutta per cui l’intervento del Primo d’agosto è stato decisamente fuori luogo. Punto. L’hanno capita quasi tutti in Ticino e quindi non si faccia finta che …

I vari “tuttologhi” o scribacchini di corte alla Matteo Caratti, che scrive ormai da tempo in funzione degli abbonati che ha (parecchi PS) o il Lele Gendotti di turno (ma che strano!) non hanno fatto altro che aggiungere sciocchezze alle figuracce.

Ma questo è il Ticino, dove i liberali/radicali hanno bisogno dei socialisti***, i quali sperano in un ritorno di voti (aspetta e spera) dai primi. Siete davvero messi male!

Il 2015 sarà verosimilmente un anno molto “magro” per entrambi. D’altronde “chi semina vento raccoglie tempesta”, si dice così?

Donatello Poggi, un cittadino a cui non è per nulla piaciuto l’intervento del presidente del Consiglio di Stato.

 

*** (fdm) La situazione del PLR non è così semplice né così comoda. La sinistra del partito si schiererà automaticamente con Bertoli. I Liberali – per convinzione, per raziocinio, per feeling, per repulsione verso il socialismo – contro. La linea divisoria – su un problema fondamentale, i rapporti con l’Unione Europea, non sul costo del pacchetto di sigarette – passa attraverso il partito. Come dite, lo si sapeva già? Sì, io lo sapevo. Ma il problema si fa sempre più acuto e il pericolo, alla fine, potrebbe divenire mortale.