cecchino

Il pensiero d’oggi, martedì 19 agosto, va a quell’ignoto facebooker**, che cerca un cecchino per l’on. Bertoli, e con urgenza, e paga bene, e non scherza.

Ne riferisce il Corriere, poi Bazzi, quest’ultimo in toni da guerra di Gaza. E dunque: non sottovalutare bisogna. Deplorare bisogna.

Ma io dico: se il Procuratore informasse – come dovrebbe fare – il pubblico*** circa l’iter della querela presentata dall’on. Bertoli (in relazione al caso antecedente) e gli sviluppi della relativa inchiesta, forse queste “pazzie” cesserebbero in fretta. Non pensate?

** sulla pagina Piazza Ticino

*** che si tratti di una questione di interesse pubblico è più che certo: tocca il presidente del Governo!

NOTA. Scrive Fabio Pontiggia nel suo editoriale odierno: “È vero: il consigliere di Stato Manuele Bertoli, dopo la votazione del 9 febbraio, ha scelto di fare l’incendiario, chiuso nelle sue dogmatiche certezze sulla asserita scelta sbagliata fatta dalla grande maggioranza dei ticinesi, senza il minimo tentativo di mettersi nei panni di chi si è associato a quel pronunciamento quasi corale. Ma per dirgli che a sbagliare, forse, è lui non si può fare ricorso ai metodi mafiosi”.

Ieri, alla fontana di piazza Manzoni, glielo volevo dire: “Lei, comportandosi così, rischia di far perdere al suo partito un pacco di voti”. Mi sono trattenuto, perché mi sembrava scortese. Gli ho detto invece: “Lo sa che io e il Gianrico eravamo compagni di banco?”