Nelle scorse settimane, in occasione della festa nazionale del primo d’agosto, l’economista Alfonso Tuor ha pubblicato un’interessantissima riflessione e analisi politica sui rapporti della Svizzera con l’Unione Europea e sulle difficoltà (o meglio reali intenzioni) del Consiglio Federale nel difendere la propria sovranità nazionale.

Tema dell’articolo è stato il contingentamento dei permessi di soggiorno votati dal popolo sovrano lo scorso 9 febbraio 2014.

Oggettivamente la Svizzera è un paese più solido e ha un più alto tasso di benessere degli Stati membri dell’UE, sono le cifre a dimostrarlo (basti paragonare, con gli stati attorno, come stia affrontando la regressione in un periodo di crisi economica).

A sorprendere lo scrivente non è questo importante e significativo dato, ma il fatto che il Consiglio Federale nominato, a prova del falso, per salvaguardare e tutelare gli interessi del paese che rappresenta stia attuando una politica estera deleteria, con la diretta conseguenza di rovinare (sostituendosi alla crisi economica) la prosperità e il benessere nazionale.

La decisione di ritornare autonomi sul tema della politica dell’immigrazione, fissando in base alle proprie necessità dei contingenti, è necessaria per garantire lo sviluppo e la sicurezza al paese. Inoltre nel Canton Ticino, oltre a contingentare i permessi di soggiorni, vi è l’urgenza di porre un freno al frontalierato incontrollato.

Di diverso avviso è invece il Consiglio federale il quale preferisce proseguire con la politica delle aperture delle frontiere senza controlli, imposta da Bruxelles con la libera circolazione delle persone. Nonostante alcuni paesi che fungono da “motore economico” vedano con buon occhio l’atteggiamento del popolo Elvetico, le nostre autorità non intendono intraprendere alcuna trattativa.

Si pensi che basterebbe veramente un minimo di buona volontà, e di amor proprio, per riuscir a strappare all’UE un misero accordo che tenga almeno in conto una parte della preoccupazioni espresse nell’urna.

L’atteggiamento troppo buonista e servile delle nostre autorità non farà altro che eliminare qualsiasi possibilità di rinegoziazione. La subdola decisione, che supera di gran lunga l’immaginazione, di rimandare il popolo alle urne sarà purtroppo una triste realtà. La formula consisterà nel far votare nuovamente con un unico oggetto il contingentamento e gli accordi bilaterali. Prendendo spunto come avvenne con il rinnovo delle libera circolazione e con il suo allargamento a Romania e Bulgaria.

Sicuramente vi ricorderete come fece il nostro governo, ragionevolmente preoccupato per un eventuale bocciatura dell’estensione, per garantirsi l’accettazione popolare; riunendo i due temi in un’unica domanda. Evidentemente le nostre autorità non hanno alcun rispetto per la democrazia diretta. Qualora i cittadini dovessero “asfaltare” questa manovra anti-democratica con quale credibilità questo Consiglio federale potrebbe ancora governare? La dimissione immediata sarebbe più che auspicabile e ragionevole.

Nicholas Marioli, Lega dei Ticinesi e Movimento Giovani Leghisti