In diversi documenti ritrovati in uno dei suoi nascondigli, l’ex leader di al Qaeda Osama Bin Laden sosteneva che l’instaurazione di un Califfato islamico nella regione medio orientale sarebbe un errore strategico. Bin Laden immaginava che unire un esercito di conquista potrebbe permettere di conseguire diverse vittorie in un primo tempo, ma una sonora sconfitta a lungo termine.

Il portale d’informazione Atlantico.fr ha chiesto al francese Alain Rodier, esperto di terrorismo islamico, se le parole di Bin Laden possono essere applicate alla creazione di un Califfato in parte dell’Irak e della Siria da parte dello Stato islamico.

“Abou Bakr al-Baghdadi, capo e “califfo” dello Stato islamico segue una strategia completamente diversa rispetto alla base di al Qaeda- spiega Rodier – Riprende la politica del giordano Abou Moussab al-Zarqaoui.
Mentre Osama Bin Laden voleva combattere “il nemico lontano”, gli Stati Uniti, l’Occidente e i sionisti, al Qaeda in Irak (l’attuale Stato islamico) se la prendeva con “il nemico vicino”, ossia i governi dei paesi musulmani, giudicati corrotti e sudditi degli infedeli.
Bin Laden non approvava questa strategia. Il suo braccio destro, il dottor al-Zawahiri, aveva ufficialmente criticato gli attacchi di al-Zarqaoui contro le popolazioni sciite dell’Irak.

Si diceva che gli americani avevano potuto “neutralizzare” al-Zarqaoui nel 2006 grazie alle soffiate della base di al Qaeda, che voleva sbarazzarsi di un personaggio scomodo.

Dopo un periodo di basso profilo, questo movimento islamista radicale aveva ripreso le attività, facilitate dal fatto che il premier iracheno Nouri al-Maliki esercitava una politica atta a espellere i sunniti dagli ambienti amministrativi e militari del paese.

Le tribù sunnite erano entrate in conflitto con il governo di Baghdad. Abou Bakr al-Baghdadi aveva preso il comando di al Qaeda in Irak nel 2010 e aveva iniziato a estendere la sua influenza in tutte le grandi città sunnite del paese.

Osama Bin Laden riteneva che la guerra condotta da al-Baghdadi all’interno del mondo musulmano avrebbe portato vittorie a breve termine ma sul lungo termine la guerra sarebbe stata persa. Era contrario alla lotta scatenata contro gli sciiti, soprattutto perchè molti membri di al Qaeda avevano trovato rifugio in Irak.

Al-Baghdadi ha infranto la neutralità nei confronti degli sciiti attaccando il potere siriano, vicino agli sciiti. La rottura con la base di al Qaeda è avvenuta nel 2013.
Quando lo Stato islamico ha attaccato frontalmente l’Irak, nel dicembre 2013, dapprima ha conquistato la maggior parte della provincia di al-Anbar. Poi è proseguito verso nord, attaccando le minoranze cristiane e yazide, che erano protette dai curdi. In Siria ha attaccato le enclave curde, soprattutto nel nord-est del paese.

Risultato : oggi il Califfato (lo Stato islamico) si ritrova opposto al regime di Damasco, all’opposizione armata che combatte il regime di Damasco, al regime di Baghdad, ai curdi (in Siria e in Irak), al Hezbollah libanese, all’esercito libanese, all’Arabia Saudita, agli americani, ai francesi, …
Globalmente è molto, anche se non vi è coordinazione fra le diverse parti.”