L’ex-capo politico dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, ha sostenuto mercoledì 1. ottobre, durante il processo per genocidio che si svolge presso il tribunale penale internazionale dell’Aja, di essere sempre stato un vero amico dei musulmani del suo paese, contro i quali è accusato di aver ordinato le peggiori atrocità commesse in Europa dopo la Seconda guerra mondiale.

“Ero un vero amico dei musulmani – ha dichiarato Radovan Karadzic – ma questo fatto è passato sotto silenzio da parte dell’accusa.”

Karadzic – arrestato nel 2008 a Belgrado dopo una latitanza di 10 anni – è accusato di aver orchestrato, insieme al generale Ratko Mladic (il cui processo all’Aja è ancora in corso) e all’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic (morto all’Aja nel 2006 in circostanze misteriose), la pulizia etnica di vasti territori della Bosnia tra il 1992 e il 1995.
Il loro scopo era l’eliminazione dei musulmani, dei croati e dei non serbi, secondo l’accusa.

Il generale Ratko Mladic (a sinistra) e Radovan Karadzic a Pale, il 5 agosto 1993.
Il generale Ratko Mladic (a sinistra) e Radovan Karadzic a Pale, il 5 agosto 1993.

Karadzic deve anche rispondere del massacro, nel luglio 1995, di circa 8’000 musulmani da parte delle forze serbe di Bosnia nella città di Srebrenica. E’ considerato responsabile dell’assedio si Sarajevo, durato 44 mesi e nel quale erano state uccise migliaia di persone.

Benchè ammetta di avere una responsabilità morale nei crimini che erano stati commessi durante la guerra, Karadzic si dice non colpevole per 11 capi d’accusa riguardanti genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

Fra il 1992 e il 1995, la guerra di Bosnia aveva causato la morte di quasi 100’000 persone e obbligato 2.2 milioni di persone ad abbandonare le proprie case per trovare rifugio altrove.

Il verdetto non giungerà prima del 2015. L’ufficio del procuratore ha chiesto l’ergastolo. Lunedì l’accusa aveva sostenuto che Radovan Karadzic è responsabile di tutte le tragedie accadute durante la guerra di Bosnia.