Traduco e riassumo da “Weltwoche”, due articoli di Silvio Borner, professore universitario emerito di economia, in primo luogo perché condivido, in secondo luogo perché mi sembra che nel nostro Cantone il problema del rifornimento energetico venga trascurato dai media e abbandonato in pratico monopolio alla conventicola dei verdi, socialisti, liberali, verdastri o verdognoli che siano.
Basilea Città preleva dal 1999 una tassa su ogni kilowattora (kWh) consumato. I proventi vengono versati a un fondo detto “del risparmio energetico”. Con questi soldi è stata finanziata l’edizione autunnale di un opuscolo di pura propaganda, dal titolo emblematico: “Nuova energia per la Svizzera”. Il professor Borner ne passa in rivista il contenuto:
– Tesi del libello: più di 33’000 progetti di stabilimenti per la produzione di energia solare, idrica, eolica e da legna sono bloccati perché il bonifico per l’immissione in rete è limitato a 1,4 cts per kWh. Se questi impianti venissero realizzati (conditio sine qua non: sovvenzioni adeguate, vale a dire maggiorate), si potrebbe chiudere subito i vecchi reattori di Mühleberg e Beznau I e II.
– Dato di fatto è invece che anche se si riuscisse ad immagazzinare l’energia in adeguate batterie, per il solare ci vorrebbe una capacità di 8-10 volte il totale di energia prodotta, per l’eolico di 6-7 volte. Questo per il semplice fatto che questi impianti non possono, per fattori naturali, funzionare a pieno carico per più del 10, rispettivamente 15% del tempo. Di notte o con tempo nuvoloso manca il sole, e il vento è statisticamente disponibile solo nel 15% del tempo reale. L’energia prodotta dal nucleare è invece disponibile giorno e notte, con o senza vento.
– Tesi del libello: già nel 2013 il 70% dell’energia è stato prodotto da fonti pulite. Se ne deduce che “sarebbe senz’altro raggiungibile” anche il traguardo di una produzione che copra il 100% del fabbisogno.
– Commento: che significato ha parlare di energia “pulita”? Il fotovoltaico produce 10 volte più anidride carbonica (CO2) del nucleare. Si deve inoltre tener conto dei costi della produzione e dello smaltimento degli impianti, anche se attualmente questi sono in buona parte lasciati alla Cina. Realtà è invece che a produrre il 70% dell’energia elettrica negli orari di maggior consumo è proprio il nucleare. Leggi fisiche e economiche incontrovertibili fanno sì che il vento e il sole non siano in grado di sostituire l’atomo. Altro che “sarebbe senz’altro raggiungibile”!
– Tesi del libello: le energie rinnovabili superano le altre anche dal punto di vista della convenienza economica complessiva, perché con la svolta energetica i posti di lavoro del settore energetico salirebbero da 12’000 a 29’000.
– Commento: questo è un nonsenso, perché dal punto di vista economico complessivo a contare non è il totale dei posti di lavoro, ma la produttività di tutti i posti di lavoro. E`stata la disponibilità di energia abbondante e a buon mercato a condizionare l’aumento della produttività del lavoro nel mondo moderno. I maggior costi delle energie alternative distruggono parte della concorrenzialità internazionale (con la perdita dei relativi posti di lavoro), tale da annullare i vantaggi dei nuovi posti, creati artificiosamente grazie alle sovvenzioni.
– Tesi del libello: eolico e solare funzionano indipendentemente dalle importazioni di gas e petrolio. La dipendenza da forniture dall’estero diminuisce.
– Commento: frottole santissime. Con l’aumento dell’immissione in rete di energie alternative, volubili per loro natura perché dipendenti da insolazione e ventilazione del momento, aumenta l’insicurezza dell’approvigionamento e di conseguenza il rischio di dover ricorrere ad aiuti dall’estero.
– Tesi del libello: i nuovi impianti solari e eolici producono già energia meno costosa di quella nucleare. E`per questo motivo che in tutta l’UE i nuovi impianti nucleari non sono più redditizi.
– Dato di fatto: l’energia nucleare ha costi tra i 5 e 10 cts per kWh, il solare 25 a 35 cts, con in più altri costi crescenti per l’immagazzinaggio e gli impianti (gas, carbone o legna) di riserva. Senza le sovvenzioni (obbligatoriamente in continua crescita) le energie alternative non avrebbero chances sul mercato. In Germania, paese che ha fatto la scelta radicale in favore delle energie alternative, si costruiscono adesso centrali a carbone. La Cina invece, grande costruttrice di impianti per le energie alternative, sotto la spinta dell’inquinamento ha dovuto fare la scelta del nucleare.
– Tesi del libello: 20 a 30 m2 di superficie del tetto coperti da pannelli fotovoltaici forniscono il fabbisogno di corrente elettrica di una casa di medie dimensioni, senza nessuna emissione di CO2.
– E`vero, ma l’imbroglio sta nel considerare la produzione annua totale senza riferirla al momento della produzione. Cosa facciamo per riscaldare e illuminare la casa nei lunghi mesi invernali, quando la produzione è ridotta al lumicino? Adoperiamo l’eccesso di produzione estiva? Non ci interessa il numero di battiti cardiaci annui, ma il fatto che il nostro cuore batta tutto l’anno, anche nelle ore notturne. E, commento finale, chi vuol credere nelle energie alternative è libero di farlo. Ma lo faccia a sue, non a nostre spese, con una sovvenzionite in crescita inarrestabile.
Il professor Borner continua, una settimana dopo, le sue considerazioni, rivolgendosi in particolare a CF e Parlamento:
– Il caso e l’opportunismo sono sfociati nel mito della rinnovabilità, dell’efficienza e della sufficienza delle energie alternative.
– Come in tutte le conversioni “religiose” ciò conduce al pensiero di gruppo proprio delle sette, con la conseguenza che le voci critiche vengono considerate “irricuperabili” e pregiudizialmente indegne di partecipare al dibattito e ai processi decisionali.
– Su questa base prosperano interessi particolari. Dopo Fukushima vi è stata una vera e propria fioritura di aziende “Cleantech” e di organizzazioni ecologiche, tutte stranamente sostenute da associazioni di solito piuttoste critiche verso il governo, come quelle dell’industria e dell’artigianato, vogliose di poter partecipare al goloso banchetto delle sovvenzioni statali.
– Le domande fondamentali vengono accantonate tramite la confusione creata da un sistema allocativo e da regolamenti complicati. Una vera e propria mangiatoia per lobbisti, esperti e consiglieri. La pubblica opinione non riesce più a districarsi nella fiumana di informazioni e diventa vittima delle sirene incantatrici di propagandisti e affaristi.
– L’ideologia verde e gli interventi statali sollecitati da chi ha interesse a farlo sviluppano per finire una propria dinamica. Alle prime manifestazioni degli inconvenienti delle nuove tecnologie si risponde immancabilmente spiegando che sono dovuti al fatto che “finora non si è fatto abbastanza”. Si propone subito di aumentare la dose della medicina sbagliata, le sovvenzioni.
– Questi procedimenti sono facilitati dal fatto che finora gli “enormi progressi” pronosticati stanno solo sulla carta. Realizzati sono i bonifici per l’immissione in rete dell’energia alternativa privata o di piccole centrali idroelettriche pubbliche. A differenza di quel che sta già accadendo in Germania, gli enormi costi della “svolta energetica” in Svizzera sono ancora poco evidenti. Le centrali atomiche da noi sono ancora in funzione, sole e vento forniscono solo l’1% della produzione energetica annua.
– Le grandi aziende elettriche si trovano tra l’incudine e il martello, dei proprietari da una parte, dei clienti dall’altra, tutti e due chiamati alla cassa. I proprietari con le perdite di miliardi di franchi, i clienti tramite aumento delle tariffe. Ma le grandi aziende hanno già in vista adeguate sovvenzioni e contano sullo sviluppo delle reti di distribuzione. Alla fine, a pagare il conto, come al solito, saranno i piccoli utenti.
– La svolta energetica viene sostenuta da una propaganda massiccia (31 mio all’anno per la sola “Energie Schweiz”) che cerca di oscurare le leggi della fisica e dell’economia.
– Purtroppo anche la ricerca scientifica, fortemente sovvenzionata dallo Stato, ha in parte perso la propria indipendenza. Proprio il politecnico federale di Zurigo si è allineato sulla “correttezza politica”, subordinandosi alle decisioni del CF. Il Centro svizzero di competenza per le ricerche energetiche (SCCER) va oltre, occupandosi di rieducazione e di cambiamento dei costumi della popolazione secondo le prescrizioni per il risparmio imposte dall’alto.
– Inoltre, last but not least, molti Cantoni e Comuni hanno già emanato regolamenti e messo in atto programmi che, con premurosa soggezione e eccesso ideologico verde aggravano la discutibile strategia del CF. Si sta creando un vero coacervo di spese, sovvenzioni e regolamentazioni, fuori da ogni possibile controllo.
Il professor Borner conclude osservando che le decisioni strategiche non devono mai precludere il futuro. Gli sviluppi tecnologici nelle energie alternative come nel nucleare sono imprevedibili. Occorre perciò tener aperte le due opzioni. I nostri figli nel prossimo futuro ne sapranno certamente più di noi in fatto di tecnologie di approvigionamento energetico. Bisogna perciò lasciare a loro le scelte definitive, abbandonando l’ambiziosa ma anche pretenziosa strategia della Signora Leuthard e dai suoi consiglieri, proiettata fino all’anno 2050. Svolte del genere di quella messa in atto da CF e Parlamento sono del resto troppo importanti per essere lasciate ai politici, ai burocrati e ai lobbisti. Competono semplicemente e solamente al popolo.
Personalmente condivido pienamente quanto affermato nei due articoli dal Professor Sivio Borner. Ritengo anche che l’UDC abbia il dovere di parlar chiaro agli elettori, informandoli correttamente, pur considerando che l’opposizione anche solo parziale a quanto proclamato dalla “setta” dei verdi di tutte le sfumature potrebbe costare qualcosa nel bilancio schedaiolo di aprile. Le persone ragionevoli che tengono i piedi sulla terra sanno che l’uscita dal nucleare, visceralmente motivata da uno tsunami, fatto passare per catastrofe nucleare quando era solo un disastro geologico, è stata prematura. Queste persone sono una netta maggioranza degli elettori che ha diritto ad essere compiutamente informata.
Degna di attenzione l’attribuzione da parte del Professor Borner dell’aumento di produttività con conseguente diminuzione della povertà, a partire dall’Ottocento, alla disponibilità di energia a prezzi economicamente convenienti. Da qualche parte ho addirittura letto che il benessere attuale non è garantito dal denaro (n.d.a.: che viene attualmente stampato a profusione e finisce comunque in mano di pochi), ma dal volume di energia utilizzabile disponibile pro capite.
Ne deriva l’obbligo impellente per tutti i benpensanti di non lasciare ai politici verdi o che tali si fingono in nome della “political correctness” il monopolio della politica energetica.
Gianfranco Soldati