Nella Storia sono sempre esistiti libri proibiti per motivi religiosi, politici, scientifici o altro.

John Dee (1527-1608), matematico, geografo, alchimista, astrologo, astronomo, navigatore e imperialista inglese, presso la corte della regina Elisabetta I
John Dee (1527-1608), matematico, geografo, alchimista, astrologo, astronomo, navigatore e imperialista inglese, presso la corte della regina Elisabetta I

L’esistenza di questi libri era stata confermata, fra gli altri, anche dall’alchimista e astronomo inglese John Dee, il quale avrebbe scoperto un manoscritto proibito e pericoloso, la Steganographia dell’esoterico tedesco Johannes Trithemius.

Dee avrebbe studiato il manoscritto sino all’avverarsi di fatti curiosi, fra i quali l’incontro con un essere sovrumano, circondato di luce. Questo essere gli avrebbe dato uno specchio nero, oggi esposto al British Museum e che di fatto è un pezzo di antracite lucidata.
Attraverso questo specchio Dee avrebbe conversato con creature di altri mondi, annotando ogni dialogo.
Gli esseri contattati avrebbero parlato la lingua enochiana (anche nota come il linguaggio degli angeli) e nei libri di Dee si trova una lingua descritta in maniera completa, con un alfabeto e una grammatica.

Altri testi scritti da Dee presentavano scienze matematiche più avanzate rispetto alle conoscenze disponibili nel 16. secolo. Avendo difficoltà a scrivere mentre parlava con queste entità, Dee si avvalse di due assistenti, che però si rivelarono grandi imbroglioni.
Questo distrusse la sua reputazione e Dee terminò la sua vita terrena in miseria. Molti dei suoi scritti vennero distrutti per ordine delle autorità e oggi ancora si parla di testi che avrebbero potuto rivelare scoperte eccezionali.

Si parla anche dell’indecifrabile manoscritto di Voynich. La scrittura sconosciuta sembra di carattere medievale e vi sono raffigurate piccole donne nude, diagrammi di diversi colori e centinaia di piante immaginarie. Apparve nel 1666 all’università di Praga e nessun scienziato dell’epoca riuscì a decifrarlo.

VoynichNel 1912 venne acquisttao e portato negli Stati Uniti e nemmeno lì qualcuno riuscì a spiegarne il significato.
Gli archivi del Vaticano aprirono le porte ai ricercatori per permettere l’accesso a riferimenti che avrebbero potuto aiutare a capire il manoscritto, ma inutilmente.

L’autore del libro sarebbe stato Robert Bacon, un religioso e scrittore inglese vissuto nel 13. secolo, mentre la chiave che permise di decifrarlo venne trovata dall’esperto americano in linguistica William Romaine Newbold (1865-1926).

Newbold sosteneva che le conoscenze espresse da Bacon nel manoscritto andavano ben oltre quelle del suo tempo ma la sua analisi delle pagine s’interruppe all’improvviso e i risultati delle ricerche vennero pubblicati postumi da un suo amico.

Secondo alcuni, dopo la sua scoperta Newbold venne minacciato e per questo ritrattò le affermazioni dove asseriva di aver trovato il modo di decifrare il linguaggio in codice. Chi sostiene questa tesi pensa che il manoscritto provenga da una civiltà extraterrestre o terrena, ma scomparsa. Per quello che conteneva doveva andare distrutto.

Nel 1880, un pastore inglese di nome Woodford trovò presso un rivenditore di libri usati il manoscritto Mathers, un testo scritto in un codice cifrato.
Il testo portò alla fondazione di una tra le più importanti società segrete del 19. secolo, la Order of the Golden Dawn in the Outer. La decifrazione del suo codice, di facile interpretazione, avrebbe portato alla stesura di oscuri e pericolosi trattati di magia.

(Fonte : sciencesinterdites.com)