[fdm] Il problema secondo me sta nella parola “Destra”, che significa troppe cose. È di destra il culto di Guglielmo Tell (indubbiamente) ma sono di destra anche gli affari dell’UBS. Pur ammettendo che ci sia una vaga rassomiglianza tra le due cose, non è facile raccapezzarsi. Per questo le domande di Sergio Roic mi hanno messo in difficoltà. Ad esempio: è più di destra dire “conserviamo l’indipendenza del nostro paese” o dire “facciamo soldi più che possiamo (con coloro per i quali l’indipendenza del nostro paese è come un sasso appuntito nella scarpa)”?
Alla fine gli ho risposto e il risultato lo trovate qui.
È con piacere ma anche con la consapevolezza di partire da posizioni politiche molto distanti che faccio questa intervista a Francesco De Maria che, è utile sottolinearlo, promuove il dibattito sul suo sito-portale “Ticinolive” con una chiara impronta (e anche dei commenti personali) di destra, cosa di cui non fa, comunque, nessun mistero.
Sergio Roic Signor De Maria, le sue idee e il suo posizionamento politico sono noti. Nei numerosi commenti alle posizioni di sinistra o della Sinistra spesso accusa la mia parte politica di utopismo: è come se la Sinistra, per lei, vendesse illusioni. Eppure le conquiste sociali, limitiamoci alla Svizzera, a vantaggio di tutta la cittadinanza hanno un’impronta e sono state portate avanti nei decenni dalla Sinistra stessa. Cosa mi può dire al proposito?
Francesco De Maria L’utopismo della sinistra esiste per davvero e ha vari aspetti. Sono pronto ad ammettere che certe “conquiste sociali” sono realmente il risultato di spinte impresse dalla sinistra. Ma tale risultato non è così brillante come sembra. La conseguenza è che ci ritroviamo con uno stato assistenziale dai costi esorbitanti che non siamo più in grado di finanziare (e sempre meno lo saremo). Con uno Stato che si è gonfiato a dismisura e che, a uno spirito liberale, appare angosciante. Il prezzo che abbiamo pagato e che ogni giorno paghiamo in termini di libertà è tragico. Il socialismo era libertario; oggi la Sinistra mette la libertà veramente all’ultimo posto, non glie ne frega più niente.
La Destra ticinese – non parlo ovviamente del conglomerato “La destra” che correrà alle prossime elezioni cantonali del 19 aprile in una formazione unita – ha influenzato grandemente le sorti del Cantone nei passati decenni. Viste da sinistra, anche una buona parte delle politiche del PLR sono state giudicate pro liberismo, per non parlare delle altre formazioni ancora più destrorse. In coscienza, lei si sente di attribuire delle colpe a questo tipo di politiche per la situazione occupazionale e retributiva attuale in Ticino?
FDM Dal mio punto di vista i due partiti storici non possono in alcun modo essere considerati partiti “di destra”. Conosco gente che inorridirebbe al solo pensiero. Al massimo, vedo due partiti che contengono “aree” di destra. Quanto al PLR, Marina Masoni nei suoi anni buoni fece un tentativo di politica liberale, che però non riuscì a portare a termine. All’inizio ebbe successo e fu molto ammirata. Ma quando annunciò la sua intenzione di candidarsi per una quarta legislatura, alcuni (ben noti) decisero che bisognava farla finita. Si formò una coalizione ampia contro di lei, dentro e fuori del suo stesso partito. La munizione c’era (in parte pretestuosa), lo strumento mediatico anche, e l’attacco si rivelò ben presto imparabile. Politica liberale del partito di maggioranza? Dieci anni, dal 1995 al 2005 ? Okay. Dopo si scatenò il macello.
In sostanza, caro Roic, la sua domanda mi mette in difficoltà perché mi sembra mal formulata. Questi grandi partiti “di destra” esistono nel Suo immaginario; sono in realtà statalisti e clientelari. Mentre la Destra ticinese è una piccola forza. Sono i miei amici e non ne parlo mai male. Ma non riescono ad avere successo.
La Destra, in Svizzera come nel Ticino, imputa alla Sinistra errori e cattive valutazioni politiche. Ma è la Destra, o quantomeno il centro-destra elvetico e anche cantonale, a dominare la scena politica. Non è a quest’area politica che vanno imputati errori e manchevolezze?
FDM Il “centro-destra” elvetico è una barzelletta spinta. Potrebbe essere efficacemente rappresentato dalla Widmer-Schlumpf, che è stata eletta come UDC (!!) e si è trasformata nella marionetta dei socialisti e dei democristiani. Se dovessi simboleggiare ciò che giudico “ignobile” nella politica (ed è ben vasta la scelta), sceglierei quel fatto. Mi creda, la Svizzera è nelle mani di un governo di centro-sinistra.
Sì, c’è la cosiddetta “destra economica”, oggi lontanissima (per non dire antitetica) dalla destra “tradizionale”. Sono quei tali che fanno gli affari con l’Unione Europea e, a questo unico scopo, sono disposti a rinunciare a tutto, alla nostra sovranità nazionale, alle nostre leggi, alla nostra dignità. Non sto a dire che non si debbano “fare affari”, dico però che non si può vendere la propria madre in un vicolo buio per 10 dollari. Ammetto che l’immagine è un po’ cruda, e mi scuso.
Noi viviamo in un mondo in cui la Realpolitik la fa da padrone. In questo mondo (politico) la mediatizzazione diventa la “metà della politica” stessa. Com’è possibile, visto da destra, evitare che la politica si trasformi e trasformi la nostra società in una “società dello scandalo” di berlusconiana memoria dove ci si occupa giornalmente di attacchi e contrattacchi ma, sembra, assai meno di politica propositiva e di scelte e strategie a medio-lungo termine?
FDM La “società dello scandalo” ha grande successo 1) grazie alla potenza dei media 2) grazie alla curiosità umana. Berlusconi, a suo modo, è stato un grande. O, se le sembra troppo, una personalità notevole che ha saputo, per parecchi anni, contrastare il potere della sinistra, sottrarglielo anche. Per questo motivo è stato odiato e perseguitato al di là di ogni ragionevole misura. Oggi rimane negli occhi un po’ di tutti, persino della destra, l’immagine di un debosciato, che organizzava festini ad Arcore con Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, che manteneva le puttane dell’Olgettina, che smaniava per la procace nipote… di Mubarak. Sì, Berlusconi è stato anche questo. Ma non solo questo.
La questione etica. Se lo “scandalo” diviene la parte preponderante o quantomeno molto importante della politica, com’è possibile che la Destra non dica niente o quasi niente al proposito massacrando, spesso e volentieri, iniziative benefiche in tal senso come quella di Belticino ad esempio. La Destra vuole l’educazione civica nelle scuole, ma perché allora non si impegna all’educazione alla civiltà nel dibattito pubblico?
FDM Su questi punti ho delle opinioni molto nette, che non le piaceranno per niente.
— Finché Belticino sarà composto unicamente di gente di sinistra, radicali compresi, risulterà totalmente inefficace (e lo si è visto). Si ha per forza di cose tendenza a credere che i “Belticinesi” siano semplicemente invidiosi dei successi elettorali dei leghisti “immorali”. Si grida “siete volgari, insultuosi, pornografici” ma si pensa con indicibile rabbia “quanti voti ci avete fregato!”
— Nella battaglia politico-mediatica se uno vuole usare uno stile aggressivo e tagliente può farlo. Se ne assume la responsabilità e ne sopporta le eventuali conseguenze. Se si commettono reati contro l’onore – ingiuria/diffamazione/calunnia – c’è il codice e c’è il procuratore (in Ticino abbiamo più procuratori che abitanti).
Domanda secca: da ex insegnante, lei sarebbe favorevole alla circolazione del “Mattino della domenica” nelle scuole ticinesi? Il tentativo era stato fatto dai “domenicali”…
FDM Risposta secca: no. Nella mia scuola non l’avrei voluto. Ma nelle mani dei cittadini, estratto dalle cassette domenicali, perché no? Le fortune (notevoli) del Mattino sono dovute in gran parte alla stampa di regime politicamente corretta, servile e insopportabile. È strano che i principali “danneggiati” non l’abbiano mai capito. Forse non sono così intelligenti come credono.
Quanto alle scuole, non creda che i nostri ragazzi siano facilmente influenzabili. Se così fosse, quanti cittadini “sinistri” uscirebbero dalle nostre scuole! Ma forse parlo a questo modo perché ho insegnato per trent’anni a Lugano 1. Sono un po’ troppo condizionato dal mio “vissuto personale”, lo ammetto.
Che cosa mi dice a proposito del “partito-movimento” etnico, la Lega? È possibile e auspicabile dividere la società “per nascita”, “sangue” e altre considerazioni simili al giorno d’oggi? Ciò non porta alla parcellizzazione e alla totale incomprensione fra i cittadini? Non è che dopo, a valle, la politica tutta debba raccogliere i cocci di questo tipo di “politica”?
FDM Beh, dico più d’una cosa, dico varie cose.
— La Lega è stato l’unico tentativo, in decenni, di creare da zero una forza politica, che abbia avuto successo. E che successo! È senz’altro banale dirlo ma… ci debbono pur essere delle ragioni per questo. L’incomprensione del fenomeno è stata, in 25 lunghissimi anni, gigantesca, inescusabile.
— In una situazione incerta, ansiosa e confusa nella quale il cittadino (penso prima di tutto alle persone semplici) perdeva le sue certezze e non sapeva nemmeno più… se stesse abitando in casa propria, i principali partiti non hanno saputo produrre altro se non scontate dichiarazioni “politicamente corrette”, ispirate a un’ “apertura” buonista, per non dire autolesionista. La gente, molta gente, si è allontanata. Come la si può condannare?
— Per farle un esempio sul versante socialista (visto che è il Suo partito): la gente ha la sensazione che il PS si interessi molto più alla comunità islamica che non ai ticinesi. Se questi ultimi fossero dei superuomini, dei fortunati… forse non avrebbero bisogno di nulla e si limiterebbero a fare spallucce. Ma sono gente che soffre, oggi più di ieri. Non riescono a capire il Ghisletta, non ce la fanno. Non ci riesco nemmeno io, che ho studiato all’università.
Ora, per concludere, una domanda “internazionale”: l’ultimo romanzo di Houellebecq, “Sottomissione”, prefigura per il 2022 una Francia governata da un partito islamico moderato che, fra l’altro, si impegnerebbe grandemente nel ribaltamento delle politiche educative e dell’istruzione, “musulmanizzandole”. Ritiene davvero possibile uno scenario del genere? Teme uno scenario simile anche per la Svizzera? La politica delle “paure”, molto cara all’UDC svizzera e alla Lega ticinese, ha senso e prospettiva oppure, come si dice a sinistra, serve a distogliere lo sguardo dalle vere problematiche odierne: l’outsourcing, la globalizzazione selvaggia, la fuga delle imprese verso lidi dove i guadagni e i diritti dei lavoratori si avvicinano allo zero?
FDM La “politica delle paure” potrà senz’altro esistere, ma le assicuro che, ai miei occhi, non si tratta affatto di paure immaginarie! Siamo realmente minacciati. Nella nostra identità, nella nostra sicurezza, nel posto di lavoro. Non sono “le solite balle della Lega”, in ogni caso io non la penso così.
È un discorso delicato ma io ho l’impressione che in decenni di benessere economico la capacità di reazione della gente – di reagire alla scomodità, alla delusione, alla privazione – si sia indebolita. Oggi sembra che sia tutto dovuto. Il nostro Stato è “misericordioso” e si sforza di esserlo sempre di più, ma se talvolta, messo con le spalle al muro, è costretto a confessare i suoi limiti… apriti Cielo!
Il “buonismo” della sinistra ha la sua bella parte di responsabilità in questa evoluzione. Ogni persona in difficoltà viene vista ipso facto come una “vittima” (magari di forze oscure e quasi diaboliche) mentre si dimentica che la vita umana è fragile e per sua stessa natura costellata di amarezze e frustrazioni. La “protezione totale” che, idealmente, la sinistra vorrebbe fosse accordata a ogni essere umano è un’esigenza così alta da risultare perfettamente irrealizzabile. La società nella quale “sono tutti felici” non è che un folle miraggio, e tale resterà. Ma non sto dicendole, caro Roic, che dobbiamo rassegnarci a vivere come cani. Naturalmente no.