La faglia letale
Si estende per almeno 150 chilometri ed e’ larga fra 60 e 80 metri la faglia responsabile del terremoto di magnitudo 7.8 che il 25 aprile ha colpito il Nepal.
La faglia arriva proprio sotto la capitale Kathmandu e “a fare da amplificatore delle onde sismiche e’ il fatto che la citta’ si trova su un antichissimo lago, prosciugato fra 50.000 e 10.000 anni fa”, ha detto il sismologo Alessandro Amato, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

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Il bilancio delle vittime
Continua ad aggravarsi il bilancio da sabato scorso e i morti: secondo gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno nepalese sono 4.138, mentre i feriti sono circa 6.800. In alcuni villaggi, il 70 per cento delle abitazioni è stato completamente distrutto. La maggior parte delle persone che hanno perso la vita si trovava in Nepal, ma ci sono vittime anche in India (66), in Tibet (25) e in Cina (17). I numeri sono stati forniti da Rameshwor Dangal, che dirige la divisione emergenza del ministero dell’Interno del paese asiatico. Sono quattro i morti italiani.

Emergenza sfollatitende
Decine di migliaia di sfollati hanno passato la seconda notte all’addiaccio. Le autorita’ nepalesi non sono riuscite ad organizzare per ora la distribuzione di acqua, cibo e generi di prima necessita’. Molte famiglie, tuttavia, si sono attrezzate con mezzi di fortuna, portando da casa tende, materassi e il necessario per cucinare. C’e’ pero’ il timore del diffondersi di malattie per la mancanza di servizi igienici e della raccolta della spazzatura e nella maggior parte della capitale manca ancora la corrente elettrica e quindi molti servizi, come i telefonini e bancomat sono fuori uso. Internet e’ stato ripristinato soltanto stamane. L’aeroporto, intanto, e’ stato preso di assalto da decine di turisti stranieri, soprattutto vacanzieri indiani, ma anche diversi europei che sono in lista di attesa per rientrare.

La terra continua a tremare

La ricerca di persone tra le macerie dei palazzi crollati - Bhaktapur, Nepal, 26 aprile 2015 (AP Photo/Niranjan Shrestha)

Gli alpinisti sull’Everest
Sono state portate a termine le operazioni di evacuazione dei 100 scalatori bloccati sull’Everest. Tre elicotteri sono riusciti a raggiungere i campi base 1 e 2 situati a oltre 6mila metri. In tutto i feriti sono 60, fra loro alcuni gravi. Tuttavia secondo testimonianze dirette, è impossibile dire quante persone sono state inghiottite dai ghiacci nei crepacci che si trovano in una delle zone più pericolose dell’Everest, quella che collega il campo base al Campo 1.

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La torre Dharahara prima e dopo (afp)

Nepal, templi e centri storici danneggiati dal terremoto
Al dramma delle vittime e delle devastazioni del terremoto si aggiungono i danni ai centro storici delle cittadelle nella valle di Kathmandu, che contavano sette siti inseriti nella lista dell’Unesco, tra stupa buddisti, templi hindu e palazzi. Le macerie circondano i simboli storici e i principali richiami turistici del Paese, le Durbar Square di Kathmandu, della vicina Patan e di Bhaktapur, la cittadina medievale dove Bernardo Bertolucci aveva girato “Il piccolo Buddha”.