Tanti ticinesi lo conoscono, molti turisti lo scoprono, ma non sempre ci si ricorda del periodo delle più belle fioriture, tra aprile e maggio: stiamo parlando del Parco San Grato come un parco che non ha nulla da invidiare a quei parchi  floreali tipici della isole del Lago Maggiore o delle Ville Venete.

Oggi Gianna Finardi ci racconta di un pomeriggio a spasso tra azalee, rododendri, camelie, ginestre, conifere e altre specie che si stanno risvegliando con la primavera ma soprattutto ci svelerà cosa ha in comune questo luogo  con la zip metallica dei nostri pantaloni  e le acciaierie di Bodio.

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<<Quando si dice che già il nome di qualcosa è significativo, spesso non si sbaglia, come in questo caso. Infatti  il parco si chiama San Grato  proprio dal nome del santo a cui è stata dedicata una cappella insita nell’area verde e la cui derivazione latina, “gratus”, significa gradevole, riconoscente, caro.

A una decina di chilometri da Lugano, nel comune di Carona, questo polmone verde ampio  62’000 metri quadrati, raccoglie la preziosa collezione di azalee, rododendri, camelie e conifere più ampia per varietà e per quantità dell’intera regione.
Le grandi macchie di azalee e rododendri sono attraversate da cinque sentieri tematici: “botanico, relax, panoramico, artistico e della fiaba” accompagnati da pannelli didattici, segnaletica differenziata, opere d’arte moderna e che fondono il parco con il paesaggio boschivo circostante.
Al centro del parco non manca un’area giochi dedicata ai bambini contornata da rare e imponenti conifere.
Vi è un ristorante, il Ristorante San Grato, con la terrazza panoramica, che è una tappa dissetante in una giornata assolata o un ottimo luogo per una cena indimenticabile.

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Facendo un passo indietro nel tempo, circa una sessantina d’anni fa, la zona del parco apparteneva a Martin Winterhalter, primo proprietario del Parco San Grato, inventore della famosa  chiusura per stoffa denominata “cerniera lampo” brevettata nel 1923.  Nacque così la residenza “Riri”, il cui verde era destinato a pascolo per i cavalli.

Nel 1957 Luigi Giussani, industriale, fondatore delle ex “Acciaierie Monteforno” di Bodio, subentrò come proprietario. Fu lui il vero fautore del Parco botanico di San Grato incominciando da subito a curare la piantagione delle prime azalee e delle conifere secondo uno stile paesistico, creando imponenti macchie di colore su tutta la collina in un’area estesa 260.00metri quadrati.
Dopo la scomparsa di Giussani nel 1983, la proprietà passò all’Unione di Banche Svizzere che mantennero il parco e la piscina aperti al pubblico.
Nel 1983 l’UBS donò la piscina al comune di Carona e nel 1997 il parco a Lugano-Turismo.

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Oggi in ricordo di Giussani restano i primi esemplari di Azalee piantumati nel 1960 ma non solo, grazie all’acidità del suolo ricco di porfidi quarziferi che conferiscono un valore di pH 5, le meravigliose acidofile crescono a macchia indisturbate sino a raggiungere l’altezza di 4 metri per alcuni esemplari di rododendri.

Il genere “Rhododendron”  si divide in due gruppi: i rododendri, grandi arbusti quasi tutti sempreverdi e le azalee, di medie dimensioni decidue o sempreverdi, con rami abbastanza sottili.
Durante i mesi di aprile e maggio le fioriture sono al massimo del loro splendore.
La fioritura più appariscente, color giallo ocra, è dovuta all’Azalea Mollis.
Il genere “Rhododendron” comprende circa 1’000 specie e oltre 10’000 varietà con innumerevoli combinazioni cromatiche da blu a viola, a rosso, arancio, giallo e bianco.

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Non resta che approfittare delle ultime splendide fioriture di maggio, anche se tutto l’anno, il Parco resta un luogo di incantevole bellezza dal quale scorgere un panorama mozzafiato del Lago di Lugano e in cui rilassarsi, ritemprarsi a contatto con la natura>>.

di Gianna Finardi

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