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ape-168x122Lo scorso 13 maggio, l’università americana del Maryland ha pubblicato i risultati della sua indagine annuale sulla mortalità delle api. Le cifre presentate mostrano una catastrofe inedita. Secondo i dati raccolti, gli apicoltori americani hanno perso in media 42,1 % delle colonie tra aprile 2014 e aprile 2015.

Per la prima volta, la mortalità invernale è stata inferiore alla mortalità primaverile ed estiva, una situazione considerata eccezionale da Dennis van Engelsdorp, entomologo forense presso l’università del Maryland e coautore dell’indagine.

Gli apicoltori che hanno partecipato all’inchiesta – che possiedono il 15% delle colonie domestiche del paese – hanno perso il 27,4 % delle colonie durante la stagione di attività degli alveari. Nel periodo precedente la percentuale era del 19,8 %.

“Tradizionalmente, pensiamo che le perdite invernali sono un indicatore più importante della salute di un alveare, perchè sopravvivere ai mesi invernali è un test cruciale per le colonie di api – spiega Dennis van Engelsdorp. Ma adesso sappiano che le perdite estive sono altrettanto significative. E’ particolarmente vero per gli apicoltori commerciali [che possiedono più di 50 colonie] i quali in estate perdono più colonie rispetto all’inverno. E’ una situazione mai vista prima.”

api mortalitàLo studio dell’università del Maryland non è destinato a stabilire una gerarchia di possibili cause, ma gli apicoltori “amatoriali”, che possiedono meno di 50 colonie, identificano la varroa, un parassita dell’ape domestica, come responsabile della situazione.

I risultati presentati mostrano che alcune fra le situazioni più problematiche (più del 60 % di perdite totali) si concentrano nella regione chiamata “Corn Belt”, laddove si trovano le più grandi colture e dove si fa grande uso di pesticidi.

Queste cifre intervengono mentre le nuove generazioni di insetticidi agricoli – i neonicotinoidi – sono sempre più indicati come un fattore maggiore del declino degli insetti impollinatori. Negli Stati Uniti, la Environmental Protection Agency ha dichiarato che, sino a nuovo ordine, non rilascerà più nuovi permessi di messa sul mercato dei prodotti che integrano queste molecole.

(Fonte : Le Monde.fr)