(fdm) Il commento più azzeccato l’ha fatto mia moglie (che è una donna molto saggia): “Non potevano aspettare qualche mese prima di chiudere baracca?” 

Käppeli 2 400Negli scorsi giorni abbiamo letto con soddisfazione della chiusura di Infovel al cui riguardo, è proprio il caso di dirlo, ne abbiamo sentite di tutti i colori. Un “centro di competenze” simile era pionieristico negli anni ’90, mentre oggi è superato da tempo.

I risultati di questo centro, per nulla trasparente e che non rendeva conto a nessun legislativo, sono lì da vedere, o meglio, ancora tutti da scovare visto che quanto emerge non è per nulla incoraggiante. Anzi, ci chiediamo come abbiano fatto ad andare avanti per vent’anni mancando sempre clamorosamente gli obiettivi dei vari progetti VEL e beneficiando però di sempre maggiori sussidi. Troppo facile vivere sulle spalle dei cittadini con risultati simili e beneficiare dei più stravaganti mandati (ad es. “Mendrisio al passo con i tempi”) pur di giustificarne l’esistenza.

Un fallimento? Giudichino i cittadini: malgrado le decine di milioni investiti in VEL1, VEL2 e Infovel siamo arrivati a fine 2013 a soli 166 veicoli elettrici in circolazione in Ticino su oltre 300’000, dei quali forse un centinaio in mano a privati.

Il nostro Cantone voleva probabilmente essere l’ombelico del mondo della mobilità sostenibile, ma a fronte di lauti incentivi finanziari vi sono stati effetti ambientali microscopici. Dicono addirittura che l’obiettivo era proprio rendere il Ticino il cantone faro per la mobilità sostenibile. Probabilmente siamo però diventati solo un esempio da non seguire essendo uno dei cantoni con il traffico più caotico, proprio a due passi dalla sede di Infovel a Mendrisio. Evidentemente questo i cittadini che la domenica non possono usare nemmeno la bicicletta a causa dell’emergenza viaria l’hanno notato: basti pensare che a Mendrisio il referendum da noi promosso ha raccolto molti più consensi che nella mia città, Bellinzona.

Inoltre, il momento difficile per le finanze cantonali ha permesso di focalizzare su quali siano le vere priorità e di rendere evidenti alcuni sperperi di denaro pubblico, altrimenti non ci spiegheremmo il sorprendente 67% scaturito dalle urne il 14 giugno scorso.

Il NO agli ecoincentivi del popolo ticinese stampato a chiare lettere da 2 ticinesi su 3 ha solo reso i tempi maturi, visto che come dichiarato da Infovel stesso i contributi pubblici o parapubblici stavano già gradualmente diminuendo. È forse proprio questo il motivo che ha spinto Infovel (che ricordiamo era finanziato con soldi pubblici), a partecipare attivamente nella campagna per la votazione (a livello organizzativo ma non solo). Ciò è avvenuto sicuramente con le risorse a sua disposizione, mentre se abbia anche finanziato la campagna ancora non siamo riusciti ad appurarlo e rimaniamo quindi con questo dubbio.

Dopo averlo ripetuto diverse volte sembrerebbe che il messaggio sia finalmente arrivato anche a Infovel, che ora afferma: “in primo luogo bisogna ridurre i veicoli sulle strade, in Ticino ci sono troppe macchine, poi bisogna cambiare il tipo di automobili”. Peccato, però, che loro volevano unicamente 2 milioni per l’ “in primo luogo” e ben 14 per il “poi”, quelli che infatti servivano a Infovel per andare avanti.

Al coordinatore di MontagnaViva Germano Mattei vogliamo ricordare che non siamo contro le auto elettriche, bensì contro i sussidi che vogliono forzare l’arrivo sul mercato di una tecnologia che per vari motivi non è ancora pronta.

Se poi lui non ha ancora capito che le auto elettriche sono fatte per la città ce ne faremo una ragione, ma non ci venga a dire che quello della chiusura di Infovel era un giorno triste per il nostro cantone. Anzi, grazie quindi al nostro referendum e con il sostegno di 2 ticinesi su 3, dopo un periodo di profonda oscurità la mobilità sostenibile potrà finalmente rivedere la luce.

Se Infovel è giunto al capolinea è perché viaggiava su un binario morto. La mobilità sostenibile è costituita anzitutto dal trasporto pubblico e dalla mobilità aziendale. In attesa della rivoluzione e delle incredibili opportunità che porterà AlpTransit nel nostro Cantone non possiamo che felicitarci per aver chiuso questo oneroso e poco fruttuoso capitolo.

Fabio Käppeli

Deputato in Gran Consiglio e Presidente GLRT