Conferenza stampa del 29.9.2015 a Berna

Un’iniziativa popolare che difende le esigenze della vita in società nello spazio pubblico
L’INIZIATIVA POPOLARE TICINESE HA FATTO SCUOLA IN SVIZZERA

BurqaQuesta vignetta del Ghiro non ha la pretesa di raggiungere la qualità delle vignette di Armando Boneff e di Corrado Mordasini, ma rende bene l’idea che sta alla base dell’iniziativa “antiburqa”, ossia ognuno deve rispettare la scelta di società – giusta o sbagliata che sia – fatta dal Paese che lo ospita.

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Il 29 settembre 2015 si è svolta una conferenza-stampa a Berna per annunciare l’imminente lancio di un’iniziativa popolare federale mirante a introdurre nella Costituzione svizzera il divieto di dissimulare il volto in pubblico in tutta la Svizzera. L’iniziativa verrà lanciata dal cosiddetto “comitato di Egerkinger”, ossia quel comitato che nel 2007 aveva lanciato con successo l’iniziativa mirante a vietare la costruzione di minareti in Svizzera. Quale riconoscimento al Ticino per essere stato il primo Cantone a introdurre nella propria Costituzione il divieto di dissimulare il volto in pubblico, e a fare da apripista in Svizzera, i promotori hanno invitato alcuni membri del comitato ticinese ( fra cui il sottoscritto) a far parte del comitato che lancerà la nuova iniziativa a livello nazionale. Non capita spesso che un’iniziativa costituzionale cantonale venga imitata, con lo stesso testo, da una federale. Alla conferenza stampa di Berna hanno preso la parola, in rappresentanza del comitato, i consiglieri nazionali Walter Wobmann e Oskar Freysinger, Roland Haldimann e il sottoscritto. Qui di seguito potrete leggere il mio intervento, dove concludo augurandomi che i ticinesi firmeranno in massa l’iniziativa, di cui sarò responsabile organizzativo per il Ticino.

Giorgio Ghiringhelli
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GhiroIl 25 marzo 2011 un gruppo di cittadini di varie tendenze politiche lanciò in Ticino un’iniziativa popolare che chiedeva di inserire nella Costituzione cantonale il divieto di dissimulare il volto in pubblico. Il testo del nuovo articolo costituzionale si ispirava alla legge approvata dal Parlamento francese l’ 11 ottobre 2010 ed entrata in vigore l’11 aprile 2011 (ricordo che anche in Belgio un’analoga legge era stata approvata dal Parlamento il 1. giugno 2011).

Una scelta di società grazie a un divieto costituzionale

Perché si decise di inserire un simile divieto nella Costituzione e non solo in una semplice legge concernente l’ordine pubblico e la sicurezza , come invece proponeva il controprogetto elaborato dal Gran Consiglio ticinese ? Perché il comitato ticinese riteneva che in ballo non vi fossero solo motivi di sicurezza, ma anche e soprattutto la salvaguardia di principi e valori meritevoli di essere inseriti nella Costituzione. Difatti nella nostra società democratica aperta il fatto di nascondere il viso in pubblico non consente agli individui di interagire fra di loro e dunque non consente di rispettare l’ esigenza minima di civiltà necessaria alla relazione sociale; in poche parole la dissimulazione del volto in pubblico è contraria alle esigenze fondamentali del “vivere assieme”.

Del resto è proprio con questa motivazione che, il 1. luglio 2014, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha respinto il ricorso inoltrato da una donna musulmana contro la legge francese. I giudici di Strasburgo hanno infatti deciso che un divieto generale di dissimulare il volto in pubblico basato solo su motivi di sicurezza sarebbe sì stato legittimo ma non proporzionato, mentre che un simile divieto generale mirante a preservare le condizioni del “vivere assieme” non solo sarebbe stato “proporzionato” ma pure “necessario” per raggiungere tale scopo.

Il Ticino ha fatto da pioniere

Il 22 settembre 2013, il 65% dei votanti ticinesi approvò l’iniziativa popolare, facendo così anche una scelta di società. Probabilmente è proprio stato il successo dell’iniziativa ticinese a ispirare il lancio di un’iniziativa popolare a livello federale : era proprio quello che fin dall’inizio speravano i promotori dell’iniziativa ticinese, perché ad essere in ballo sono valori fondamentali per tutta la Svizzera.

Quando gli avversari dell’iniziativa ci attaccavano dicendo che l’iniziativa era inutile in quanto di donne con il velo integrale in Ticino praticamente non ve n’erano, noi del comitato rispondevamo che, oltre ad avere uno scopo dissuasivo e preventivo, l’iniziativa mirava a fare scuola e a fare da apripista in Svizzera : e ora possiamo giustamente essere orgogliosi di aver centrato questo obiettivo. Oltretutto negli ultimi anni , a seguito soprattutto dell’aumento del turismo proveniente dai Paesi arabi, la presenza di donne con il velo integrale in Ticino (specialmente a Lugano) è assai aumentata , per cui anche da questo punto di vista la nostra iniziativa si è rivelata tempestiva e lungimirante.

Un testo già collaudato e che ha superato tutti gli ostacoli giuridici e politici

La sentenza della Corte europea concernente la legge francese ha indirettamente confermato la bontà del testo costituzionale di ispirazione francese dell’iniziativa ticinese, che lo scorso 11 marzo ha ottenuto la necessaria approvazione pure dal Parlamento nazionale, ad eccezione dei membri dell’area rosso-verde, i quali, incomprensibilmente, pur non avendo validi motivi giuridici, hanno cercato di annullare una decisione democraticamente presa dal popolo ticinese.

Oltre alla soddisfazione di aver fatto da apripista in Svizzera, e di aver superato lo scoglio della Corte europea e del Parlamento nazionale, il comitato ticinese, che qui rappresento, ha preso atto con piacere che il comitato promotore dell’iniziativa federale ha deciso di proporre l’inserimento nella Costituzione federale dello stesso testo già votato dalle ticinesi e dai ticinesi. Sono convinto – visto anche cosa sta succedendo nel mondo, e in particolare in Europa e nel Medio Oriente – che al momento della votazione federale il Popolo svizzero approverà l’iniziativa con almeno la stessa percentuale di consensi registrata in Ticino, se non di più.

Turisti confederati : nel 2016 il Ticino vi aspetta …

Probabilmente il divieto di dissimulare il volto in pubblico in Ticino entrerà in vigore nel 2016, dopo che il Gran Consiglio avrà approvato la legge di applicazione. A partire da quel momento il Ticino sarà dunque il primo Paese al mondo ad aver introdotto per decisione popolare un divieto di dissimulare il volto in pubblico, e mi auguro dunque che l’anno prossimo, per compensare il calo di turisti arabi di cui alcuni ambienti turistici hanno paura, molti confederati premieranno i ticinesi scegliendo per le loro vacanze il nostro Cantone, l’unico in Svizzera dove non sarà più possibile incontrare donne con il viso coperto.

Ringrazio infine i promotori di questa iniziativa per aver invitato ad aderire al comitato nazionale quattro membri del comitato ticinese (fra cui, oltre al sottoscritto, il consigliere nazionale Lorenzo Quadri, Marina Masoni e Iris Canonica), e mi auguro che le cittadine ed i cittadini ticinesi firmeranno in massa l’iniziativa.

Giorgio Ghiringhelli
(promotore dell’iniziativa ticinese contro la dissimulazione del volto in pubblico)