Da un po’ di tempo a questa parte è diventato di moda dichiarare, con tono saccente e intellettualchic: “Destra e sinistra sono concetti superati, inadatti a interpretare il mondo moderno”. Ma fatemi il piacere, destra e sinistra sono contrapposizioni fondamentali, oggi più che mai. Nella testa, nella pancia, nel cuore. 

Lo si vede benissimo anche in questa combattuta elezione. La Destra, provenendo da varie parti, si raduna e si aggrega. La Sinistra non è da meno: si schiera sull’altra riva del fiume. Al concetto di “partito” si attribuisce (ed io in particolare attribuisco) un’importanza decrescente e minore. Ci sono, naturalmente, gli irriducibili. 

Sembra una banalità, e lo sarà anche. Ma è essenziale capire che questi candidati non si assomigliano, non dicono le stesse cose, non vogliono le stesse cose.

Avvertenza. Questo articolo di Piero Marchesi perora la causa del candidato Ghiggia. Ma Ticinolive è sempre lieto di pubblicare articoli di sostegno a uno qualsiasi dei cinque candidati in lizza.

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Marchesi 300Il trionfo dell’UDC alle elezioni del 18 ottobre è stato la cartina tornasole dello stato d’animo, delle convinzioni e della visione del futuro che ha il 30% dei cittadini svizzeri. Il messaggio lanciato a tutta la classe politica, in primo luogo al Consiglio federale più debole e insicuro della storia della Confederazione elvetica, è stato inequivocabile. Ma la partita non è affatto chiusa. Al ballottaggio del 15 novembre si giocherà il secondo tempo di una partita fondamentale e c’è un solo candidato che si è impegnato a perseguire una chiara politica di destra, attenta non solo alle esigenze dell’economia, ma anche, e soprattutto, agli interessi nazionali. Un candidato con una visione lucida sui problemi che preoccupano gran parte degli elettori: l’immigrazione senza limiti, una scriteriata e inefficace politica dell’asilo, i difficili e delicati rapporti con l’Ue e, per il Ticino, quelli, farsa, con l’Italia. E questo candidato è Battista Ghiggia.

Cullarsi nelle glorie del passato non è solo un esercizio inficiato dalla malinconia, ma può rappresentare una bussola in grado di orientarci. Ed è al passato che la Svizzera dovrebbe guardare per avere un futuro degno di questo nome: a quella Svizzera realmente neutrale e indipendente in grado di imporsi alla comunità internazionale, a ritornare punto di riferimento persino per le grandi potenze quale terreno di arbitraggio e risoluzione di problemi e contenziosi. Una Svizzera coraggiosa, impegnata a difendere i propri interessi nazionali e la propria gente davanti all’arroganza di un’istituzione sempre più malata qual è l’Unione europea. Struttura contro natura che, però, non perde mai occasione per pontificare su cosa sia meglio per il nostro Paese.

Ghiggia 321 xIl voto che ha portato l’UDC al 29.4% a livello nazionale e l’incremento del 15% degli elettori in Ticino, con un risultato brillante dell’11.3% grazie anche alla scheda dei giovani UDC, non sono però sufficienti per cantare vittoria nonostante, insieme alla Lega, la destra patriottica superi il 30 per cento. È infatti fondamentale che, anche al Consiglio degli Stati, Lega e UDC debbano mettere a segno un risultato in grado di modificare gli equilibri a livello parlamentare. Perché, come ha sottolineato lo stesso Ghiggia “al Consiglio nazionale la musica cambierà, ma se non si modificheranno gli equilibri anche nella Camera dei cantoni, non si riuscirà a incidere a sufficienza”.

La partita è tutt’altro che chiusa e il 15 novembre bisognerà giocare al meglio le proprie carte: Difficile sconfiggere Lombardi. Ma Fabio Abate ha un vantaggio di soli 4000 mila voti sul candidato Lega/UDC. Il rappresentante del PLR – che, non dimentichiamocelo mai, in passato ha votato a favore di Eveline Widmer Schlumpf e che, come gran parte del suo partito, antepone gli interessi dell’economia a quelli nazionali – può essere realmente costretto a cedere il posto.

Gli ottimi risultati di Battista Ghiggia ci parlano dunque di un obiettivo concreto, non di sogni o speranze. Sarebbe assurdo se, nella Camera alta, la stragrande maggioranza dei ticinesi, che vogliono un’applicazione rigorosa dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, l’espulsione dei criminali stranieri, la messa in discussione dei rapporti con l’Unione europea e con l’Italia, non fosse rappresentata e si desse luce verde a quel modo di fare politica improntato alla sudditanza nei confronti della comunità internazionale e ai dogmi politicamente corretti.

Ma, per evitare l’assurdo, bisogna vedere Battista Ghiggia sedere al Consiglio degli Stati.

Piero Marchesi, Vice Presidente UDC Ticino