Immagine tratta dal portale pro-iniziativa; l’effetto psicologico dell’abbondante nero combinato con il rosso è crudo e urtante, come vuol essere.
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Articolo già pubblicato nel Corriere e riproposto con il consenso dell’Autore.
(dicolamia fdm) Secondo me il “fronte buonista” (amplissimo nei cosiddetti “salotti alti”) ha un problema – acuto – con la gente. Perché la gente è portata a credere, a torto o a ragione, che i buonisti difendano i criminali.
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Attenzione! Leggere anche il secondo pezzo, che Roic ha scritto in esclusiva per Ticinolive (può essere riprodotto citando la fonte).
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Il 28 febbraio del 2016 il popolo svizzero sarà chiamato, tra gli altri temi all’ordine del giorno, a votare sull’iniziativa denominata «di attuazione» lanciata dall’UDC a proposito delle misure da prendere nei confronti dei cittadini stranieri residenti in Svizzera macchiatisi di reati. Questo tipo di iniziativa, in una forma molto più blanda, era stato accolto da una risicata maggioranza del popolo svizzero pochi anni fa in votazione popolare.
Ora, l’UDC ci sottopone un’altra versione della sua iniziativa che si basa su dettati anticostituzionali e che, di fatto, inasprisce, e di molto, il testo della sua iniziativa precedente (non si tratta, quindi, in alcun modo di un’iniziativa «di attuazione»). Insomma, con questa nuova tornata dell’accanirsi contro la popolazione straniera in Svizzera (circa due milioni di abitanti) l’UDC propone l’automatismo dell’espulsione nel caso vengano commessi dei reati da parte di cittadini stranieri senza passaporto svizzero su suolo svizzero. Un automatismo che sarebbe applicato anche per quel che riguarda reati minori o di minima entità.
Questo agire dell’UDC, che si scontra frontalmente con il dettato costituzionale del nostro paese per una serie di ragioni che vanno dalla diversità di trattamento delle persone alle norme che difendono gli universali diritti dell’uomo per non parlare dei rapporti con l’UE che sarebbero del tutto inficiati in caso di approvazione di un’iniziativa del genere visto che essa fa a pugni col principio della libera circolazione e permetterebbe l’espulsione annua di circa 10.000 persone dalla Svizzera, è stato sconfessato politicamente qualche giorno fa dall’altrimenti tranquillo consesso della Camera alta elvetica.
Gli Stati, infatti, con ben 40 adesioni a una proposta del socialista bernese Stoeckli (i sei che non hanno aderito sono tutti UDC più l’indipendente d’area Minder) e quindi con l’appoggio di tutto l’arco politico elvetico all’infuori dei proponenti, si sono fortemente dissociati da un’iniziativa del genere, iniqua, anticostituzionale e pregiudicante il buon esito dei nostri rapporti con l’Unione europea.
Ci si chiede ora, dopo un pronunciamento di così ampio raggio, quali chance abbia questa iniqua iniziativa dinanzi all’elettorato elvetico. Purtroppo, con i toni che ormai sono ben conosciuti, si teme di assistere ancora una volta a una campagna mediatica estrema e dannosa al paese da parte dei proponenti onde far passare presso il popolo dettami inconciliabili con l’ordinamento democratico svizzero (l’impossibilità, ad esempio, a ricorrere al parere discrezionale di un giudice quando si soppesa la gravità del reato). I dettami della nuova iniziativa UDC, una volta accolti, segnerebbero di fatto la fine di uno dei pilastri politico-civici del nostro paese, la separazione dei poteri.
In ogni caso, ci si augura che, a lato delle sparate antistranieri proposte con frequenza quasi isterica dall’UDC, il popolo svizzero segua i suoi rappresentanti politici dicendo un chiaro no all’iniziativa «di attuazione», anticostituzionale, xenofoba e che cozza con gli interessi reali della democrazia e della convivenza civile in Svizzera e oltre.
Sergio Roic
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Caro Francesco,
ti scrivo in relazione alla mia opinione apparsa sul “Corriere del Ticino” lunedì 28 dicembre e che hai avuto la gentilezza di ripubblicare sul tuo sito “Ticinolive”. Mi hanno incuriosito, e anche un po’ spaventato, te lo confesso, un paio di considerazioni a margine dell’”impaginato” della mia opinione su “Ticinolive”.
Primo “spavento”: allora, a quanto pare, l’UDC e gli attivisti “pro attuazione” non vogliono espellere solo 10.000 stranieri all’anno dalla Svizzera in buona parte per reati-bagatella, ma addirittura 18.000. Le corti del diritto dell’uomo saranno intasate, se ciò malauguratamente accadesse, da migliaia di ricorsi e la Svizzera, nel mondo, apparirebbe come un Paese senza diritti (per gli stranieri che ci vivono). Raggelante…
Secondo “spavento”: nel tuo commento all’opinione riportata – ti confesso di trovare anche divertenti e quanto meno arguti i tuoi commenti a margine delle notizie o opinioni che pubblichi su Ticinolive, ognuno ha il suo punto di vista, ci mancherebbe… – a un certo punto dici che la “gente” crede che noi che difendiamo il diritto di TUTTI ad avere… diritti uguali sul suolo svizzero in realtà siamo considerati coloro che “difendono i criminali (stranieri)”. Ohibò! Lungi da me “difendere” dei criminali, ci pensa il diritto penale svizzero a comminare le pene per i crimini commessi e ci pensano gli avvocati difensori (in tribunale) a difendere, sempre secondo le indicazioni e i dettami del nostro diritto, coloro che sono incriminati (fino a nuovo avviso ognuno ha il diritto di essere difeso, se poi risulta colpevole gli sarà comminata la pena prevista). Ma è proprio questo il punto: l’”automatismo” che scaturisce dall’iniziativa di “attuazione” dell’UDC non ha nulla a che fare con i diritti democratici di chiunque si trovi sul suolo svizzero, che sono quelli del giusto (e ribadisco GIUSTO processo: si propone una pena, si dibatte, si decide in aula penale). In assenza di ciò, è chiarissimo l’arbitrio: alcuni, gli stranieri su suolo svizzero, vengono giudicati in base ad automatismi, altri, gli svizzeri su suolo svizzero, in base al diritto. Ma vogliamo davvero una società a due velocità, con dei paria (2 milioni di abitanti in Svizzera!!) che sottostanno a leggi diverse da quelle che vigono per tutti gli altri??? E come si potrebbe chiamare la “gente” (o piuttosto i promotori) che è d’accordo con una tale iniziativa: giustizialisti? creatori di una società di liberi (gli svizzeri) e di meteci (non liberi) come nell’antica Grecia? giudici “etnici” (dato che si giudicano le persone in base all’etnia e non agli eventuali crimini commessi)?
In definitiva, mi chiedo quanti sarebbero gli svizzeri di passaporto che sarebbero espulsi dalla Svizzera se si dovesse applicare ai 6 milioni di svizzeri di passaporto l’iniziativa di “attuazione”? 50.000? 100.000? Perché a molti, moltissimi è capitato, nell’arco di una vita, di avere un litigio magari col vicino di casa e dopo alcuni anni di aver commesso un reato non grave guidando la macchina. Ed è per questo che si verrà espulsi da un Paese come la Svizzera? Alla “gente” l’ardua sentenza…
Sergio Roic
NOTA (fdm) Roic è, come sempre, abilissimo nell’argomentare, ma qui siamo costretti a sollevare obiezione. Gli stranieri NON sarebbero “giudicati in base ad automatismi”, questo non è scritto da nessuna parte ed è arbitrario affermarlo. L’automatismo si riferisce all’ espulsione. La differenza è lampante. Quanto poi ai reati “bagatella”… Andiamo! Si tratta di reati gravi/molto gravi, non certo di un parchimetro scaduto.