Oggi, eccezionalmente, riservo il pensiero del giorno a me stesso (opinione pubblicata nel Mattino, accanto a quelle di Gobbi, Rückert, Soldati, Righinetti, Damiani e Romano).
Immagine dai famosi laghi di Plitvice
Domanda (Quadri). La maggioranza della commissione della politica estera del Consiglio nazionale ha votato a favore dell’estensione della libera circolazione delle persone senza limiti alla Croazia, questo in contraddizione con la votazione del 9 febbraio 2014. Come valuta questa decisione?
La mia opinione è semplicissima e netta: si tratta di una violazione dell’articolo costituzionale.
Detto questo, ci sono altre cose da aggiungere. La prima è che quell’articolo approvato il 9 febbraio 2014 non è considerato dalla maggioranza politica che governa il nostro Paese come qualcosa di reale, che davvero faccia parte della nostra Carta fondamentale; bensì una sorta di “corpo estraneo” introdottovi sotto forma di “carognata” dall’UDC. Non osano dirlo perché suonerebbe troppo sfacciato, ma non hanno alcuna intenzione di rispettare la norma e non la rispetteranno.
Il tutto ai miei occhi si iscrive in un discorso più generale. La lotta durissima sul tema dei rapporti con l’UE, della libera circolazione e dell’immigrazione selvaggia ha portato all’UDC vantaggi numerici enormi, in particolare al Nazionale. E tuttavia non sarebbe errato vederla… come il più debole di tutti i partiti: più debole dei partiti borghesi, più debole dei socialisti. Non riesce a opporsi a nulla: né all’allargamento alla Croazia (in sé una piccola cosa) né – ed è molto più grave – alla politica immigratoria della catastrofica mini-Merkel nazionale.
La “strategia psicologica” della coalizione è tanto semplice quanto (forse) imparabile: “Li vedete? Sono grandi, hanno tanti deputati. Ma non possono fare nulla.”
Francesco de Maria