INTERROGAZIONE DI FABIO SCHNELLMANN E CONF.

La Direzione delle FFS ha deciso di invitare, nell’ambito dell’inaugurazione di Alptransit prevista per il 1° giugno 2016 a Pollegio, l’imam di Wil-San Gallo, Bekim Alimi.

bekimAlimi-srf3Insieme a lui un Rabbino e un Abate cattolico. Appare incomprensibile il fatto che 400.000 cittadini svizzeri di religione musulmana in un giorno dove il mondo guarda alla Svizzera siano rappresentati dall’imam di Wil / San Gallo Bekim Alimi che è rappresentativo per non più’ dello 0,5% della comunità musulmana in Svizzera. Costui è membro della UIAS (Unione degli imam albanesi della Svizzera) e parla essenzialmente a praticanti albanesi. Quindi a un piccolo gruppo che è anche in costante contatto con i predicatori formati in Arabia Saudita per diffondere il wahhabismo e salafismo nelle moschee in Svizzera e in altri paesi europei.

Bekim Alimi non è inoltre un imam moderato, le sue frequentazioni lo dimostrano; ad esempio si è accompagnato all’imam di Pristina (Kosovo) Shefqet Krasniqi, capo religioso della Grande Moschea di Pristina, accusato e incarcerato reo di aver sfruttato la propria autorità religiosa per aver attirato “centinaia di reclute da più Paesi europei per spingerle a trasferirsi in Siria ed Iraq al fine di battersi a favore del Califfato.

È pure in stretti rapporti con il Consiglio centrale Islamico Svizzero dell’Imam salafita Nicholas Blancho e appare molto spesso sui loro canali You Tube. La decisione delle FFS è quindi discutibile perché legittima agli occhi del mondo nel nostro paese una visione non moderata dell’Islam che mette in imbarazzo i cittadini Svizzeri di religione musulmana, che sono nella stragrande maggioranza leali e laboriosi membri delle nostre comunità. Il nostro Cantone non può essere il palcoscenico per queste personalità e quindi la decisione assunta deve essere riconsiderata nel rispetto dello stato di diritto e della sicurezza nazionale in grave pericolo.

Inoltre, a questa stregua, potevano essere rappresentate tutte le religioni presenti sul nostro territorio mentre viceversa, per esempio, la religione protestante non sarà presente.

Alla luce di quanto esposto e considerato pur sempre che l’evento si terrà su suolo ticinese, chiediamo al lodevole Consiglio di Stato di intervenire presso le FFS invitandole a rivedere la loro discutibile scelta come pure capire quali criteri sono stati adottati per le scelte delle comunità religiose invitate.

Fabio Schnellmann

Graziano Crugnola
Alessandro Cedraschi
Fabio Kaeppeli
Franco Celio
Andrea Giudici