Grisoni 2Seguo spesso la trasmissione 60minuti che permette di ascoltare pareri differenti su temi d’attualità. Quello di lunedì era l’iniziativa Cantonale “Prima i nostri” lanciata dall’UDC e accettata in votazione dal 58% dei ticinesi. In studio c’erano sindacalisti, imprenditori, politici ed economisti ma nemmeno un disoccupato. Peccato perché l’opinione di chi vive in prima persona un disagio è sempre molto utile.

Il risultato di questa votazione ha dato il via a reazioni di ogni genere tra cui quella del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che invito a riflettere bene prima di accusare gli altri di discriminazione. Parla proprio lui che intende istituire delle zone economiche speciali in aree di confine lanciando una proposta che prevede agevolazioni fiscali, riduzioni delle tasse per le aziende e agevolazioni fino al 2017 per le nuove imprese nella regione Lombardia. Un’ottima soluzione ma mi chiedo come mai ha dovuto aspettare proprio domenica per lanciare questa proposta. Fino ad oggi cos’ha fatto?

Bé, ad ogni modo questo dimostra che ognuno tende, com’è giusto che sia, a difendere i propri interessi.

Non ci vuole una scienza per capire che se un ticinese lavora ne beneficiano Comuni, Cantone e Confederazione: le tasse, la cassa malati, gli affitti, l’istruzione dei propri figli o una formazione continua per sé stessi e il versamento dei contributi sociali sono le fondamenta di un’economia sana. Un’economia sana non è composta solo da aziende che si arricchiscono grazie alle agevolazioni fiscali e allo sfruttamento di manodopera sottopagata. Un’economia sana è composta anche da cittadini che grazie al lavoro possono contribuire al benessere del proprio Paese ma soprattutto a quello della loro famiglia e delle generazioni future.

Ora la politica deve impegnarsi seriamente a trovare una soluzione a questo problema perché il lavoro è un diritto di tutti e se qualche politico non la pensa così allora che ci esoneri dai nostri doveri.

Mara Grisoni